Un prete dà una patatina al posto dell’ostia in uno spot pubblicitario. La pubblicità di Amica Chips è finita al centro delle polemiche perché giudicata blasfema. Tutto è iniziato dopo la rimozione dei pacchetti dal collegio “Rotondi” di Gorla Minore, in provincia di Varese. La decisione è stata del rettore della scuola privata, don Andrea Cattaneo, in risposta allo spot pubblicitario del famoso marchio di patatine. Dopo le segnalazioni, la versione giudicata blasfema è stata “censurata” dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.
Lo spot di Amica Chips: il video del prete che dà la patatina alla suora
La pubblicità incriminata comincia con un gruppo di suore novizie all’interno di un convento che si avvicinano all’altare per ricevere la comunione. In sottofondo, l’Ave Maria di Schubert. Quando la prima riceve l’eucaristia dal prete subito sgrana gli occhi e in lontananza si vede una suora più anziana, all’interno della sagrestia, mentre mangia un pacchetto di patatine. Una voce fuori campo chiude lo spot così: “Amica Chips, il divino quotidiano”.
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“A volte servono anche questi piccoli gesti per dimostrare il nostro disappunto – ha scritto il sacerdote a capo della scuola varesina in un post in cui annuncia il ritiro delle patatine -. Una pubblicità creata in triplice versione, la cui più blasfema gira proprio sui social (che sono continuamente osservati dai nostri ragazzi) dove l’Eucarestia viene sostituita da una patatina, è inaccettabile e offensiva – ha continuato -. L’accettazione silenziosa e il non prendere posizione di fronte a tale pubblicità irrispettosa e blasfema sarebbe un grave errore educativo. Mi aspetto un urgente presa di posizione da parte delle autorità competenti”.
Un altro prete, don Natalino Bonazza, parroco a Mestre, in provincia di Venezia, sulla sua pagina Facebook invita al boicottaggio: “Non comprate nulla di quest’azienda! Che la paghino cara”, ha scritto il sacerdote, ricevendo commenti di appoggio ma anche dubbiosi sull’utilità di fare ulteriore pubblicità all’azienda.
“L’azienda capisce solo il linguaggio del profitto – sostiene Bonazza rispondendo ai commenti – e lì va colpita: nessuno compri nulla, e se al bar vi presentano patatine o affini di quella azienda, rifiutateli. Boicottare l’azienda rifiutando ogni su prodotto: questo capiscono, è il loro ‘divino quotidiano'”.
La “censura” al video: “Non deve offendere le convinzioni religiose”
Dopo le segnalazioni ricevute, l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria “ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’art. 10, quello sulle ‘Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona’ del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale”, secondo il quale “la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose”.
Fonte : Today