AGI – Il sostituto procuratore generale della Corte di Appello di Roma, Bruno Giangiacomo, ha sollecitato le condanne a 23 anni e 9 mesi per Lee Elder Finnegan e a 23 anni per Gabriele Natale Hjorth, i due californiani imputati nel processo di Appello bis per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, ucciso nel quartiere romano di Prati nel luglio del 2019. La Corte di Cassazione per i due americani aveva disposto un nuovo processo di secondo grado, annullando per Elder la condanna a 24 anni con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale mentre per Hjorth, condannato a 22 anni, l’annullamento con rinvio riguarda l’accusa di concorso in omicidio.
In aula questa mattina davanti ai giudici della Corte di Assise d’Appello di Roma erano presenti in aula gli imputati, con i loro familiari ad assistere fra il pubblico, oltre alla vedova del carabiniere. Il sostituto procuratore generale Giangiacomo ha ribadito la richiesta di condanna per l’accusa di concorso in omicidio per Natale. “Sapeva che Elder aveva con sè un coltello da 18 centimetri, non si sottrae allo scontro con i due militari e lui, che è italoamericano, sa che i due sono carabinieri – ha evidenziato il pg -. Natale, prima di fuggire insieme a Elder, dice ‘è abbastanza’, quindi ha capito che è successo.
Subito dopo l’omicidio infine, in albergo, Natale aiuta Elder a nascondere il coltello insanguinato”. Il rappresentante dell’accusa invece ha accolto i rilievi della Cassazione chiedendo di far cadere l’aggravante della resistenza a pubblico ufficiale per Elder, sollecitando una riduzione della condanna di 3 mesi. “Non ci sono elementi per stabilire che Elder conoscesse la parola ‘carabinieri'”, ha detto in aula il pg.
Fonte : Agi