A Suviana si lotta contro il tempo, l’acqua e le macerie: “Poche speranze di trovare vivi i dispersi”

Tra le macerie e nell’acqua. A Suviana si lavora senza sosta per cercare gli operai che risultano dispersi dopo l’incidente di ieri, 9 aprile, alla centrale idroelettrica. Ogni istante che passa si riducono le speranze di trovarli vivi.  Il bilancio ufficiale finora è di tre vittime, cinque feriti e quattro dispersi. Se la peggiore delle previsioni si dovesse compiere, le vittime salirebbero a sette. “Non stiamo lavorando con molte speranze di trovare vivi i dispersi, lo scenario che abbiamo davanti non ci dà questa idea”, ha detto Luca Cari, dirigente comunicazione dei vigili del fuoco. 

Le ricerche sono portate avanti con ogni mezzo, sono proseguite anche durante la notte ma le condizioni sono proibitive. “La situazione è molto difficile – dice Cari a Benedetta Dalla Rovere di BolognaToday -. Stiamo lavorando al piano meno 8 e meno 9. Il meno 8 ha subito il crollo parziale del solaio e ci sono le squadre di ricerca sotto le macerie. C’è poco spazio, si tratta di spostare macerie e rimetterle poi dove le abbiamo tolte. Stiamo cercando di attrezzarci per rimuoverle. L’acqua però sta lentamente salendo e questo ci preoccupa. Se dovesse arrivare al piano dovremmo sospendere le ricerche con le squadre e dovranno entrare i sommozzatori che lavorano già al piano meno 9″.

Il punto non è tanto la tenuta della struttura in sé, quando le condizioni all’interno. “Il fondo è visibilità zero, all’interno è visibilità zero, ci sono sostanze e detriti, quindi si lavora tastando, toccando. È una situazione molto complessa, le operazioni sono lunghe, ci teniamo a dirlo per non creare aspettative immediate. Le condizioni di sicurezza sono prioritarie per i vigili del fuoco che stanno lavorando al di sotto del livello dell’acqua del lago”, spiega Cari.

“Si sta tentando di tutto – scrive su Facebook il sindaco di Bologna, Matteo Lepore – per individuare e recuperare i dispersi a decine di metri sotto terra, intrappolati nella struttura della centrale, in condizioni davvero complicate anche per i soccorritori stessi, ai quali va tutta la nostra gratitudine, a partire dalle molteplici squadre dei vigili del fuoco impegnate”.  

Cosa sappiamo sull’incidente alla centrale di Suviana

Cosa abbia causato la strage sul lavoro è ancora troppo presto per dirlo. Saranno determinanti le parole degli operai superstiti. Sappiamo che una turbina all’ottavo piano sotto lo zero è esplosa, si è innescato un incendio col crollo di un solaio. L’acqua del lago ha poi invaso parte dei locali del piano meno nove. Un mix di acqua, macerie, fumo, calore elevatissimo che rende complicata l’azione dei soccorritori. 

Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo. 

L’incidente di Suviana, i nomi delle vittime

Petronel Pavel Tanase aveva 46 anni ed era residente a Settimo Torinese. Mario Pisani era il più anziano: aveva 74 anni, ed era residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Era ex dipendente Enel. Vincenzo Franchina aveva 36 anni e arrivava da Sinagra, nel Messinese. Si era sposato un anno fa. Tanase e Franchina lavoravano per le ditte impegnate nella manutenzione dell’impianto, Abb e Siemens.  

“Li conoscevo tutti gli operai – racconta a BolognaToday Simone Cappi, titolare del ristorante La spiaggetta, dove gli operai del sito si recavano a pranzo quotidianamente -. Qui gravitano sia i dipendenti Enel,  che sono persone del territorio, spesso molto giovani, sia quelli delle ditte specializzate esterne, che arrivano da varie parti di Italia. Non ci sono stranieri, almeno io al ristorante non ne ho mai visti, tutti italiani. Temo di immaginare chi possa essere rimasto coinvolto nell’esplosione di oggi, ma ci spero di poterli rivedere sani e salvi”.

L’incidente di Suviana, come stanno i feriti

Per quanto riguarda i feriti, sono stati portati in diverse strutture: tra Cesena, Parma, Bologna e Pisa. Uno è particolarmente grave.

All’ospedale Bufalini di Cesena ci sono due feriti: uno ha 25 anni e uno 42. Il più giovane ha riportato ustioni non particolarmente gravi alle mani e si trova in osservazione breve intensiva.I soccorritori lo hanno trovato al piano meno quattro dell’impianto idroelettrico. “Ho parlato con i genitori, col padre, un amico di famiglia – dice all’Ansa il sindaco di Gaggio, Giuseppe Pucci – il ragazzo è un dipendente Enel, non di una ditta appaltatrice. Ha riportato ustioni alle mani, un po’ al naso, una condizione per fortuna risolvibile”.  Potrebbe essere dimesso a breve.

L’altro operaio portato a Cesena ha riportato ustioni su oltre il 15% del corpo. “È sedato ed è in trattamento – spiega Marisa Bagnoli, direttrice facente funzione della direzione medica dell’ospedale Bufalini a TeleRomagna – è in terapia intensiva del Centro grandi ustionati. Ha pure problemi all’apparato respiratorio per le inalazioni”.

In rianimazione all’ospedale di Parma c’è un altro lavoratore ferito, di 54 anni. È in prognosi riservata, in condizioni stazionarie ma critiche sempre a causa delle ustioni.

Prognosi riservata anche per un altro lavoratore ferito, di 35 anni, ricoverato in rianimazione a Bologna al Sant’Orsola. È intubato e ventilato meccanicamente ma stabile.

Il quinto operaio ferito è stato portato a Pisa, si trova in Rianimazione. Originario di Venezia, ha 59 anni ed è parte dell’unità specialistica di Enel al lavoro nella centrale. Stando alle prime informazioni è uno specialista di supporto nel settore dei test del settore idrico.

Fonte : Today