Mar Nero, perché è al centro del risiko di Nato e Russia

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha posto sempre più al centro dell’attenzione il bacino del Mar Nero: queste acque hanno un’immensa importanza strategica ed economica sia per la Russia che per l’Ucraina. Ai tempi della Russia imperiale e in epoca sovietica, il Mar Nero costituiva il fianco meridionale della grande potenza, mentre ora è rimasto un trampolino di lancio da cui la Russia può esercitare la sua influenza nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Nord Africa e nell’Europa meridionale.

Prima dell’inizio della guerra, Russia e Ucraina esportavano dal Mar Nero poco meno del 24% del grano mondiale e circa il 19% dell’orzo, oltre al 60% delle esportazioni globali di olio di semi. In tempo di pace, oltre il 50% delle esportazioni totali di Kyiv passava per Odessa, il più grande porto ucraino nella regione. Oggi, il Mar Nero si è trasformato in un teatro di guerra e, da quando è terminato l’accordo sul grano tra Russia e Ucraina, i porti e le navi cargo attive in questa zona sono spesso oggetto di attacchi. Di fronte a queste minacce, sia il Cremlino che il fronte Nato sono pronti a rafforzare la propria presenza nell’area e la sfida militare passa dalla costruzione di nuove basi.

La Nato punta in grande

Pochi giorni fa, l’edizione romena di Euronews ha raccontato il nuovo piano della Nato: ampliare la base nei pressi dello strategico porto romeno di Costanza, non lontano dal tratto ucraino del Mar Nero, e consolidare il fianco orientale dell’Alleanza con un investimento da 2,5 miliardi di euro. I lavori sarebbero già iniziati nella base aerea Mihail Kogalniceanu, con il nuovo complesso militare che dovrebbe coprire un’area di quasi tremila ettari e ospitare circa diecimila soldati. La base non dovrebbe diventare totalmente operativa prima di una decina d’anni e assomiglierà a una vera e propria cittadella.

Secondo gli analisti, la base di Costanza potrebbe diventare la più importante struttura Nato in Europa e trasformare l’area in un punto chiave per sostenere lo sforzo militare ucraino, considerando la sua prossimità geografica. L’espansione Nato a Costanza aumenterà la sicurezza non solo sul fianco orientale, ma anche nell’area del Mar Nero: Bucarest ha uno spazio marittimo di trentamila chilometri quadrati in questa regione.

Membro ventennale della Nato, la Romania ha sostenuto con grande efficacia e convinzione le operazioni ucraine, nonostante abbia un atteggiamento meno arrembante rispetto ai partner baltici o alla Polonia: da quando è iniziata la guerra, Bucarest ha rafforzato la sua posizione di difesa e deterrenza e lo scorso novembre in Romania è stato inaugurato il Centro europeo di addestramento per piloti di F-16.

La sfera d’influenza russa

A più di due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, Kyiv ha decimato la flotta di Mosca nel Mar Nero, distruggendo o danneggiando numerose navi da guerra russe, spingendo Mosca a rimodellare la sua strategia navale e a cercare porti più sicuri. A causa degli attacchi missilistici e dei droni ucraini, nell’ottobre scorso la Russia ha ritirato gran parte della flotta presente nella sua base principale sul Mar Nero, quella di Sebastopoli in Crimea. Sin dal lontano 1793 la città di Sebastopoli è stata un avamposto marittimo per le ambizioni russe. Annessa nel 2014, la struttura ha un significato speciale per Mosca, in quanto è un porto in acque profonde che può essere utilizzato per scopi militari anche in inverno.

Fonte : Wired