Strage sull’Appennino: chi sono gli operai morti e dispersi nell’esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana

Un boato ha scosso ieri pomeriggio la zona della centrale idroelettrica Enel di Bargi-Suviana, sull’Appennino bolognese. Poi la colonna di fumo a indicare che laggiù, alcune decine di metri sottoterra, era appena successo l’irreparabile. Dalle prime ricostruzioni ci sarebbe stata un’esplosione, a seguito di un incendio partito da un trasformatore in uno dei due gruppi di produzione dell’impianto di Bargi. Profondo cordoglio in tutto il Paese: Mattarella ha auspicato che sia fatta piena luce.

Centrale Bargi Suviana: i nomi dei morti, si cercano i dispersi

Morti 3 operai, 5 feriti. Ma il bilancio peggiorerà. Rischia di essere il più grave incidente sul lavoro dalla ThyssenKrupp di Torino, 17 anni fa. E avviene nell’impianto di una partecipata dallo Stato. Il disastro 20 metri sotto il lago. Le turbine erano state da poco sostituite. “Continue esplosioni, mi tremano le gambe. Un disastro, è un disastro impressionante”, dicono i soccorritori. Tra macerie e acqua, si cercano i quattro dispersi.

Da tutta Italia provenivano i lavoratori coinvolti. Le tre vittime accertate sono Petronel Pavel Tanase, 46 anni, residente a Settimo Torinese; Mario Pisani, 74 anni, residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra, nel Messinese.

Esplosione in una centrale idroelettrica nel Bolognese, l’inferno 40 metri sottoterra

L’esplosione è avvenuta all’ottavo piano interrato, mentre al nono piano si è registrata un’inondazione dovuta probabilmente a un tubo di raffreddamento che ha allagato i locali per parecchi metri. Le indagini dovranno appurare quanto accaduto. Si trattava di lavori non di manutenzione ma di messa in opera di adeguamenti della centrale: una turbina è esplosa all’improvviso.

Video: il volo notturno dei vigili del fuoco. Soccorsi difficilissimi

Vigili del fuoco, polizia, carabinieri, 118 con ambulanze ed elicotteri sono intervenuti tempestivamente, ma lo scoppio ha interessato stanze sotto il livello del lago artificiale, sommerse dall’acqua e invase dal fumo e questo ha creato notevoli difficoltà nelle operazioni di soccorso. Due squadre specializzate nella ricerca sono sotto le macerie: dovranno operare fino a 40 metri sottoterra, su 70 di profondità della centrale, per recuperare i dispersi.

È intervenuta anche la protezione civile, che ha montato tre torri faro per le ricerche che sono proseguite per tutta la notte. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Parma, Cesena, Bologna e Pisa.

La diga di Suviana non è interessata e non si rilevano danni.

esplosione alla centrale elettrica di Bargi-2

Un lago artificiale per l’energia elettrica: la storia della centrale

Siamo al confine fra Toscana ed Emilia-Romagna, il lago di Suviana è un celebre bacino artificiale costruito un secolo fa per lo sfruttamento dell’energia elettrica, diventato poi anche un luogo di attrazione turistica che, vista la relativa vicinanza alle aree metropolitane di Bologna e Firenze, richiama spesso chi vuole sfuggire al caos cittadino e, soprattutto in estate, alla calura, per una giornata nella natura. Sul lago si affacciano due centrali idroelettriche: Suviana e Bargi. È quest’ultima quella coinvolta nell’esplosione disastrosa di oggi.

Quello di Bargi è un impianto di generazione/pompaggio composto da due gruppi di produzione da 165 MW ciascuno per una potenza installata di 330 MW. È il più grande a livello di potenza installata nella regione emiliano-romagnola e ha una funzione importante di regolazione, esercizio e gestione della rete elettrica nazionale. La centrale è per tre quarti sommersa. Il lago è nato dalla costruzione della diga, ultimata nel 1932, ed è alimentato dal torrente Limentra.

Il territorio comunale è quello di Camugnano e Castel di Casio. Si tratta di un impianto fortemente legato alla storia recente dell’Appennino, tanto che la sua costruzione venne inizialmente realizzata per alimentare la linea ferroviaria Bologna-Firenze di recente costruzione. La centrale di Bargi risale a una cinquantina di anni fa. La zona nei dintorni dei due laghi forma un parco regionale ed è considerata esempio di come ambiente ed energia pulita rinnovabile possano convivere. Il bacino di Suviana-Brasimone conta anche altri impianti idroelettrici, di minore importanza.

Soccorsi al lavoro tutta la notte

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Fonte : Today