Vision Pro porta gli avatar 3D degli altri utenti nello spazio virtuale

Vision Pro si aggiorna portando a bordo le Spatial Persona, ovvero la possibilità di portare all’interno della propria visuale virtuale una rappresentazione 3D realistica degli altri utenti che indossano il visore Apple e con i quali si sta interagendo. Il risultato è quello di uno spazio condiviso popolato dagli ormai celebri fantasmini dei propri contatti, per una maggiore immersività soprattutto quando si lavora assieme da remoto a un progetto, ma anche per divertirsi con contenuti multimediali.

Persona è stata una delle sue funzionalità diventate più virali al momento della presentazione, per via di un effetto non proprio così convincente. Tuttavia, Apple ha lavorato duramente per migliorare la resa della rappresentazione tridimensionale dell’utente con avatar più credibili e meno inquietanti. L’ultima aggiunta sarà disponibile per chi utilizza Vision Pro aggiornato alla versione VisionOs 1.1 e potrà supportare fino a cinque partecipanti in chiamata FaceTime per potenzialità ancora tutte da esplorare. Come si può osservare nel video qui sotto, condiviso da Raymond Wong del portale Inverse, gli avatar fluttuanti delle Spatial Persona vengono riprodotti dal viso fino al mezzobusto, includendo anche braccia e mani e vengono piazzati in modo realistico nell’ambiente dell’utente, grazie alla realtà mista. Anche l’audio è spaziale, così da riprodurre in modo realistico l’esperienza di essere davvero nella stessa stanza.

Il video demo

Nel video, gli utenti si trovano a interagire con la lavagna digitale dell’app tuttofare FreeForm, che può supportare una grande varietà di file come foto, video, audio, documenti, PDF, link a siti web e posizioni su una mappa, ma a quanto pare le Persona di nuova generazione potranno anche ritrovarsi in modo virtuale per guardare un film oppure divertirsi con un videogame. Sembra che se si prova a camminare verso una Persona spaziale, questa verrà sostituita da una semplice icona circolare con la foto profilo dell’utente e gli altri partecipanti vedranno il cambiamento, con l’intento di stimolare il rispetto (virtuale) dello spazio altrui.

Fonte : Wired