La cerimonia si è tenuta davanti al parlamento. Al potere dal 2014, si è assicurato altri sei anni in carica dopo aver ricevuto quasi il 90% dei voti nelle elezioni di dicembre
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Oggi il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha prestato giuramento per il suo terzo mandato alla guida dell’Egitto, la nazione più popolosa del mondo arabo. In carica da dieci anni, il 69enne ex capo dell’esercito manterrà il potere fino al 2030. Parlando davanti al parlamento, al-Sisi ha promesso di “rimanere fedele al lavoro, i miei occhi vedono solo i vostri interessi e quelli di questo Paese”. L’Egitto sta vivendo una profonda crisi economica e sta cercando di combatterla con l’aiuto di miliardi di prestiti e investimenti all’estero.
La promessa: “Continuerà sulla strada della costruzione della nazione”
A dicembre, al-Sisi ha ottenuto una schiacciante vittoria nelle elezioni politiche con l’89,6% dei voti, sconfiggendo tre avversari pressoché sconosciuti dopo che tutti gli i candidati dell’opposizione erano stati esclusi dalla competizione o imprigionati. Il suo mandato di sei anni sarà l’ultimo, a meno che non riesca a promuovere un ulteriore emendamento costituzionale per prolungarlo. Nel suo discorso di insediamento davanti al Parlamento, Sisi ha affermato di “rinnovare la sua promessa di continuare sulla strada della costruzione della nazione” egiziana completando il processo di trasformazione verso “uno Stato moderno e democratico”.
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“Egitto unico Paese in pace in mezzo a Paesi in guerra”
Sempre nel suo discorso di insediamento, il presidente ha spiegato che il suo programma “è la sicurezza dell’Egitto e del suo popolo, la costruzione di uno Stato moderno e democratico, e il raggiungimento del progresso” di fronte a sfide senza precedenti nella storia dell’Egitto moderno. “La situazione regionale e internazionale – ha aggiunto – ci costringe ad affrontare sfide a cui abbiamo resistito grazie al popolo egiziano. Tentativi terroristici dannosi, crisi straniere e guerre internazionali ci costringono ad affrontare sfide di tale portata che non si sono mai presentate nella storia dell’Egitto moderno”. Gaza, Sudan, Libia, il Mar Rosso: l’Egitto è rimasto l’unico Paese in pace in mezzo a Paesi in guerra, e si è assunto la responsabilità – ha detto il presidente – di proteggere la sicurezza nazionale dell’Egitto nel contesto di una regione turbolenta, e di coltivare relazioni equilibrate con tutte le parti”.
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Le sfide economiche dell’Egitto
L’Egitto, ha proseguito, “svolge un ruolo indispensabile nel creare stabilità, sicurezza e sviluppo in un nuovo mondo le cui caratteristiche stanno prendendo nuova forma”. Con un occhio anche alla situazione economica che ha visto Ue e Fmi mettere a disposizione imponenti capitali. “Stiamo lavorando per aumentare la partecipazione del settore privato in varie aree di sviluppo”, ha ricordato, preannunciando “una riforma istituzionale globale volta a garantire la disciplina finanziaria e trasformare l’Egitto in un hub regionale per i trasporti e le energie nuove e rinnovabili, continuare l’attuazione del piano strategico di sviluppo urbano, completare la costruzione di nuove città di quarta generazione e lo sviluppo delle aree più arretrate”.
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Salito al potere dopo la caduta di Morsi
Dopo le proteste di massa contro il presidente islamista Mohammed Morsi, che portarono alla sua deposizione nel 2013, al-Sisi salì al potere in veste di ministro della Difesa. L’anno successivo fu eletto presidente, ottenendo una percentuale di voti del 97%, e riconfermato nel 2018 con un risultato simile. Nonostante le speculazioni degli esperti riguardo a un imminente rimpasto, il governo non ha ancora annunciato alcuna modifica del suo assetto.
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Fonte : Sky Tg24