E se sull’intelligenza artificiale avessimo esagerato con gli allarmi? Se lo avessimo fatto per assecondare la nostra natura che a volte ci fa inconsciamente desiderare di innescare la fine del mondo solo per vedere l’effetto che fa (di quale natura sto parlando? Basta leggere certi quotidiani che da mesi sperano in una bella guerra mondiale con la Russia di Putin)? Insomma, per tornare con i piedi per terra, se non fosse vero che l’intelligenza artificiale generativa comporterà la fine del lavoro per tutti e di tutti i lavori, come ha detto una volta Elon Musk? Oppure, se proprio volete immaginare di tenervi stretto un lavoro anche in futuro, allora meglio puntare sul mestiere di idraulico, perché quello almeno ChatGPT non lo potrà mai fare, come ha detto il padre delle reti neurali, Geoff Hinton?
Un briciolo di ottimismo, di autorevole ottimismo, arriva da un grande economista americano, David Autor, che ha trascorso una vita a studiare gli effetti sul lavoro e sui salari delle nuove tecnologie con uno sguardo mai complice con il progresso innescato dal digitale che, se non ha causato una contrazione dei posti di lavoro (che in effetti non c’è stata), ha però depresso i salari della maggioranza delle persone. Eppure stavolta, dice in una ricerca rilanciata dal New York Times, con l’intelligenza artificiale sarà diverso. Stavolta potrebbe esserci “il riscatto della classe media”. L’IA generativa, che rende facilissimo generare testi, immagini e video, invece di accelerare l’automazione e la sostituzione degli esseri umani con i software, potrebbe aumentare le competenze dei lavoratori e quindi rimetterli al centro della scena e con stipendi più alti. Certe mansioni, che oggi sono riservate ai più bravi, potrebbero essere estese a tutti o quasi, perché tutti o quasi, usando bene gli strumenti dell’intelligenza artificiale, possono diventare più bravi. E più pagati.
Insomma l’intelligenza artificiale potrebbe rivelarsi uno strumento di inclusione sociale e non per aumentare il divario come avvenuto finora con il Web e i social. Se una visione di questo tipo provenisse dal solito tecno-ottimista avrebbe poco valore, ma il professor Autor non è il tipo. Certo, il buon esito non è scontato: dipenderà da noi, da tutti noi. Ma intanto proviamo a smetterla di aspettare la fine del mondo.
Fonte : Repubblica