Stop alla distribuzione di pasti a Gaza dopo l’uccisione di sette operatori (di cui tre stranieri) della World Central Kitchen (Wck), la ong statunitense che distribuisce aiuti umanitari nell’enclave palestinese. È una notizia che nessuno avrebbe voluto apprendere, ma che è arrivata inevitabilmente dopo l’attacco aereo che ha ucciso il 2 aprile nella città di Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, i volontari della World Central Kitchen. Il fondatore della ong, José Andres, accusa l’esercito israeliano di aver compiuto l’attacco, mentre le forze armate di Tel Aviv non hanno confermato il loro coinvolgimento e ha detto di aver avviato “un’indagine approfondita” per comprendere e spiegare la dinamica dei fatti.
Da quanto comunicato dall’organizzazione, un convoglio formato da due veicoli, che stava lasciando Deir al Balah dopo aver scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari, è stato colpito nonostante sui mezzi ci fosse il logo di World Central Kitchen e nonostante le operazioni fossero state coordinate con l’esercito israeliano. Il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha detto che il caso sarà sottoposto a indagine da un “organismo indipendente, professionale ed esperto”, senza però fornire dettagli. Hagari, a seguito dell’attacco, ha parlato con lo chef Jose Anders, esprimendo le condoglianze per la perdita degli operatori umanitari. “Esprimiamo anche sincero dolore alle nazioni alleate che hanno fatto e continuano a fare così tanto per assistere coloro che ne hanno bisogno”, ha affermato nella dichiarazione il portavoce delle Forze di difesa israeliane.
Cos’è e cosa fa la World Central Kitchen
Fondata nel 2010 dallo chef e ristoratore ispano-americano José Andres dopo il terremoto ad Haiti, World Central Kitchen ha operato in tutto il mondo, distribuendo oltre 350 milioni di pasti cucinati con ingredienti locali da cuochi professionisti nelle zone del mondo colpite da guerre e disastri naturali. Da allora gli chef di World Central Kitchen hanno girato il mondo, da Houston a Porto Rico, fino in Giappone. Oggi sono attivi in Medio Oriente, ma sono ancora presenti sull’isola caraibica, dove hanno anche aperto una scuola di cucina, così come in Ucraina.
Da mesi, la Wcf si occupava di consegnare aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza anche attraverso un corridoio marittimo da Cipro. Insieme alla spagnola Open Arms, ha consegnato ‘via mare’ i primi aiuti arrivati nell’enclave dopo mesi di assedio. Nonostante le restrizioni sull’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio della Striscia, la squadra di Wck è stata in grado di allestire una cucina da campo a Rafah, creare una rete di cucine comunitarie in tutta l’enclave palestinese e inviare centinaia di camion di aiuti umanitari alle comunità che hanno un disperato bisogno di cibo. Il team dell’organizzazione umanitaria fondata da Andres ha fornito più di 43 milioni di pasti via terra, aria e mare ai palestinesi che soffrono la fame.
Solo la scorsa settimana, l’organizzazione aveva pubblicato un video sulla sua pagina Instagram in cui mostrava la cucina allestita a Deir al-Balah, nella zona centrale della Striscia. Ora, con l’interruzione dell’attività dell’organizzazione umanitaria, migliaia di palestinesi rischiano di non avere più una razione di cibo.
“Queste persone sono angeli”, ha scritto José Andres su X. “World Central Kitchen è sconvolta nel confermare che sette membri della nostra squadra sono stati uccisi a Gaza in un attacco dell’Idf”, ha comunicato in una nota la Ong di base negli Stati Uniti, aggiungendo che le vittime “provenivano da Australia, Polonia, Regno Unito, un cittadino con doppia nazionalità americana e canadese e un palestinese”.
Il raid nel quale sono rimasti uccisi i sette operatori internazionali “non è solo un attacco contro World Central Kitchen, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che si presentano nelle situazioni più terribili, dove il cibo viene usato come arma di guerra. È imperdonabile”, ha denunciato in una nota Erin Gore, l’amministratore delegato della ong fondata dallo chef spagnolo José Andres. Dura la condanna dell’Unione Europea. Bruxelles ha chiesto “un’indagine approfondita” sulla morte dei sette operatori della ong. “Gli operatori umanitari devono essere sempre protetti, in linea con il diritto umanitario internazionale”, scrive l’esecutivo Ue su X. “Condanno l’attacco e sollecito un’indagine. Nonostante le richieste di protezione di civili e operatori umanitari, assistiamo a nuove vittime innocenti”, ha aggiunto Josep Borrell, il capo della diplomazia europea, invocando l’immediata attuazione della risoluzione Onu per “un cessate il fuoco immediato, un pieno accesso umanitario e una protezione rafforzata dei civili”.
Fonte : Today