Pochi videogiochi sono in grado di conquistare il pubblico come quelli con una struttura open world. Dalla sua nascita, questo modello ha preso subito piede nel mondo videoludico, fino a diventare forse troppo preponderante nelle produzioni degli ultimi anni. D’altronde è facile capire perché abbia avuto tanto successo: il fascino di poter esplorare liberamente un mondo di gioco molto vasto, con i propri ritmi e potendo fare quello che si vuole ha conquistato molti giocatori nel corso del tempo.
I titoli open world sono una delle evoluzioni più ambiziose del videogioco, perché il loro fulcro è basato sull’elemento più importante del medium: l’interattività. In molti giochi di questo tipo, infatti, è possibile influire direttamente sul mondo di gioco con le proprie azioni, che possono avere conseguenze per i personaggi, la trama e persino per il contesto stesso. Il successo di questa formula è stato tale da far sì che venisse adattata a moltissimi generi videoludici, dai giochi di ruolo a quelli d’azione, passando persino per gli sportivi e i giochi di guida.
Guardando agli ultimi anni, però, è evidente come gli open world ormai fatichino a trovare spinte innovative, che permettano loro di distaccarsi completamente dalle formule più classiche, ormai sin troppo abusate. Sempre più spesso, quando si inizia un gioco di questo tipo, si ha subito la sensazione del già visto, e sono ormai pochi i titoli che, attraverso l’esplorazione dei loro mondi virtuali, riescono a far provare ai giocatori quella sensazione di libertà data dall’idea che tutto può succedere.
L’origine degli open world
Non è facile risalire al punto d’origine dei videogiochi open world. Come molte altre tipologie di gioco, questa è stata frutto di una costante evoluzione di diverse meccaniche, spesso anche in diversi giochi non completamente a mondo aperto che, come risultato, hanno portato alla creazione degli open world moderni.
Se già alcuni esperimenti di giochi ad esplorazione libera esistevano negli anni ‘70, (come Colossal Cave Adventure, che però era un gioco solamente testuale), è negli anni ’80 che arrivarono i primi titoli in cui veniva proposto un mondo libero da esplorare, ad esempio il gioco di ruolo fantasy Ultima o il simulatore spaziale Elite, che consentiva di viaggiare in un universo generato proceduralmente.
Fonte : Wired