Picchiata e violentata dal suo carceriere sotto la minaccia di una pistola. Amit Soussana, avvocata israeliana di 40 anni, è la prima donna ex ostaggio di Hamas a raccontare pubblicamente – in un’intervista al New York Times – le violenze sessuali subite durante i 55 giorni di prigionia a Gaza. La donna, rapita il 7 ottobre, ha raccontato di essere stata inizialmente tenuta da sola nella camera da letto di un bambino, con le catene alla caviglia. Il suo carceriere, che si faceva chiamare Muhammad, ha cominciato prima a farle domande sulla sua vita sessuale. Poi, attorno al 24 ottobre, l’ha assalita approfittando di un momento in cui lei era in bagno senza le catene. “È venuto verso di me e mi ha puntato la pistola alla fronte”, ha ricordato Soussana nelle otto ore di intervista concessa al New York Times a metà marzo. Dopo averla picchiata e trascinata nella cameretta con i personaggi dei cartoni animati alle pareti, “con la pistola puntata contro di me, mi ha costretto a commettere un atto sessuale su di lui”. Il quotidiano americano riferisce che il lungo racconto di Amit Soussana è coerente con quanto l’avvocata aveva detto ai medici e a un assistente sociale subito dopo il suo rilascio, avvenuto il 30 novembre nell’ambito del primo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele. Il Nyt ha garantito di non rivelarne i dettagli. Il 4 marzo scorso l’Onu ha pubblicato un rapporto in cui definiva “chiare e convincenti” le informazioni sugli stupri e le violenze di gruppo compiuti da Hamas durante l’attacco ai kibbutz del 7 ottobre e contro gli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza.
Fonte : Sky Tg24