“Ci sono studenti provenienti da alcuni Paesi, ma sono un paio di Paesi, che purtroppo non hanno un’educazione sanitaria”. Lo ha dichiarato il commissario straordinario di Disco Lazio, Giorgio Ciardi, in seguito al dossier pubblicato dai rappresentati degli studenti.
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Le foto dal dossier degli studenti
Le blatte negli studentati? Colpa degli studenti non italiani. A sostenerlo, davanti alla Commissione Istruzione e Diritto allo Studio del consiglio regionale del Lazio, è stato il commissario straordinario di Disco Lazio, Giorgio Ciardi. Dopo la denuncia delle associazioni studentesche, che hanno documentato vari problemi nei dormitori gestiti da Disco Lazio, Ciardi ha sostenuto che “ci sono studenti provenienti da alcuni Paesi, ma sono un paio di Paesi, che purtroppo non hanno un’educazione sanitaria”.
Mattia e Ciarla: “Commissario si dimetta”
Frasi che hanno fatto molto discutere: la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, e il capogruppo Dem alla Pisana, Mario Ciarla, hanno chiesto le dimissioni di Ciardi, le cui parole sono state definite “offensive e discriminatorie”.
“Accogliamo con favore questo tavolo permanente con gli studenti universitari ma certe affermazioni xenofobe che abbiamo ascoltato oggi dal commissario Ciardi, volte a coprire le mancanze del proprio operato, sono strumentali e incompatibili con la sua carica. E pertanto farebbe bene a dimettersi per il bene dell’immagine e della rispettabilità della Regione Lazio quale istituzione democratica”, hanno dichiarato.
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La situazione negli studentati
A documentare la situazione dei dormitori Disco nel Lazio sono stati i rappresentanti degli studenti. Nel corso dei sopralluoghi sono state trovate blatte, pareti ricoperte di muffa, infiltrazioni e problemi di sicurezza edilizia.
“La residenza di Valle Aurelia è infestata da blatte, vi si trovano numerose infiltrazioni oltre a problemi di sicurezza edilizia quali cavi scoperti, aperture nei muri, muffa e finestre che non possono chiudersi”, scrivono gli studenti. Mentre nel dormitorio di San Paolo, “gli spazi comuni non sono sufficienti a garantire i servizi essenziali a tutti i residenti, ad esempio è disponibile soltanto una cucina ogni 50 residenti”.
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Fonte : Fanpage