La guerra in Ucraina non sembra aver avuto conseguenze sulla volontà degli Stati europei di concedere un passaporto ai russi. Addirittura nel 2022, anno dello scoppio del conflitto, gli abitanti della Federazione sono stati il decimo gruppo più grande tra coloro che hanno acquisito la cittadinanza di uno dei Paesi del blocco europeo, con tutti i diritti politici, di libertà di movimento e lavoro che ne conseguono. E con la possibilità di rendere più complicata l’applicazione di eventuali sanzioni da parte di Bruxelles.
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Nel 2022 ben 20.200 russi hanno ricevuto un passaporto comunitario: il 23,3 per cento è stato concesso dalla Germania, il 12 per cento lo hanno ottenuto in Francia, il 10,2% in Finlandia e l’8,6% in Spagna. Un altro 46% ha ricevuto la cittadinanza in un altro dei 27 membri. Si tratta di un aumento del 16,7 per cento rispetto al 2021, quando 17.300 russi hanno ottenuto la cittadinanza dell’Ue, per buona parte in Germania e Francia. Certo si tratta di un fenomeno normale, molti avranno legami di vita e lavorativi con l’Europa, o potrebbero anche essere in fuga dalla Federazione per ragioni politiche. Ma può sorgere il sospetto che tra loro possano infiltrarsi spie o persone che non hanno esattamente le migliori intenzioni.
L’aumento di ingressi di russi è coinciso comunque con l’incremento complessivo del numero di nuovi cittadini europei di quell’anno. Secondo i dati Eurostat, nel 2022 quasi un milione di persone (circa 989.900) hanno acquisito un passaporto di uno Stato membro dell’Ue, rispetto agli 826.800 nel 2021 e 730.700 nel 2020. E a fare la parte del leone tra coloro che hanno concesso più via libera c’è stata proprio l’Italia, con ben 213.700 nuovi italiani in quell’anno, pari al 22% del totale Ue.
Seguono Spagna (181.600, pari al 18%), Germania (166.600, 17%), Francia (114.500, 12%) e Svezia (92.400, 9%).
Dal Marocco la maggior parte dei nuovi europei
Tra coloro che hanno acquisito la cittadinanza di uno Stato membro dell’Ue, il gruppo più grande è rappresentato dai marocchini (112.700 persone, pari a circa l’11,4% di tutte le acquisizioni di cittadinanza), seguiti da siriani (90.400, 9,1%), albanesi (50.300, 5,1%), rumeni (37.700, 3,8%) e turchi (29.700, 3,0%). Nonostante sia parte dell’Unione europea, la Romania non faceva parte ancora nel 2022 dell’area Schengen, nella quale ora è stata accettata anche se solo per i viaggi via mare e via aria, e questo potrebbe spiegare l’alto numero di domande di naturalizzazione.
Al sesto posto ci sono poi gli ucraini, con 29.300 passaporti acquisiti, anche se in quell’anno coloro che hanno però ottenuto il permesso di residenza, in quanto scappati dalla guerra, sono stati molti di più. E l’Italia ha concesso la sua cittadinanza soprattutto ai marocchini (il 27,5% del loro totale), ma anche a molti albanesi (il 75% del loro totale), e rumeni (43% del loro totale), altre due storiche comunità di immigrati nella nostra nazione.
I passaporti d’oro
Per anni i russi, ma non solo, hanno acquisito passaporti europei in quegli Stati, come Cipro o Malta, che li concedevano in cambio di ingenti investimenti. Almeno 130mila persone hanno ottenuto la cittadinanza o un visto grazie a investimenti tra il 2011 e il 2019 in Europa, generando entrate per oltre 21,8 miliardi di euro nei Paesi che rilasciavano il documento. Il nostro Paese ha un programma che offre un permesso di soggiorno di due anni (prorogabile per tre anni) in cambio di un investimento di 2 milioni di euro in titoli di Stato italiani, di un investimento di 500mila euro in una società a responsabilità limitata italiana, di un investimento di 250mila euro in una startup innovativa italiana o di una donazione di 1 milione di euro a un’iniziativa filantropica.
Con i passaporti dorati (non solo per i russi) l’Ue ha incassato 22 miliardi di euro
Questo schema era aperto anche a russi e bielorussi, fino a quando la Commissione europea ha chiesto di sospenderlo per loro nel marzo del 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina. Ma secondo quanto denuncia Altreconomia, solo nel luglio 2023, quindi oltre un anno dopo l’inizio della guerra, il nostro Paese ha dato seguito alle richieste di Bruxelles. E così almeno 32 persone avrebbero avuto il permesso grazie a investimenti.
Come riporta Euractiv, in Bulgaria c’è invece il sospetto che per anni cittadini russi abbiano ottenuto il passaporto nazionale grazie a un ampio sistema di corruzione. L’accusa è arrivata da uno dei leader della coalizione di centro-destra, Atanas Atanasov, ex capo del controspionaggio, che al canale televisivo nazionale Bnt ha raccontato che un ucraino di nascita “ma probabilmente russo”, avrebbe fornito a “orde” di russi documenti contraffatti che sarebbero poi stati utilizzati per ottenere la cittadinanza bulgara e quindi quella dell’Ue. Atanasov ha detto che quest’uomo avrebbe avuto un ufficio a Mosca dove i candidati alla cittadinanza presentavano le loro richieste, e lui preparava i documenti per loro e li depositava presso il Ministero della Giustizia, riuscendo la maggior parte delle volte a ottenere la concessione.
Fonte : Today