Era stato già arrestato nel 2020, ma avrebbe continuato, millantando conoscenze nel mondo della politica, a promettere posti di lavoro in cambio di somme che andavano dai mille ai 1.500 euro. La Procura di Termini Imerese (Palermo) adesso ha chiuso le indagini nei confronti di Dario Migliorisi, cinquantenne di Bagheria, per il reato di truffa. “Non è dato escludere – dicono gli inquirenti, mettendo in guardia i cittadini – come l’indagato possa, in attesa dell’inizio del processo, proseguire nella sua attività delittuosa”, raccontando per esempio di avere rapporti privilegiati con cliniche private e associazioni come “La lega del filo d’oro”.
Migliorisi era stato già arrestato a Bagheria quattro anni fa dagli agenti della sezione investigativa del commissariato Brancaccio che avevano teso una trappola all’uomo, che in passato aveva lavorato come autista della Seus. A fornire l’input, una persona che aveva denunciato di essere stata raggirata e di aver pagato una fideiussione da 1.300 euro per ottenere un posto di lavoro all’ospedale Giglio di Cefalù. La vittima, sentendo puzza di bruciato, si era rivolta così alla polizia. Gli agenti si erano appostati per osservare l’incontro con l’indagato in una caffetteria bagherese ed erano entrati in azione dopo aver visto lo scambio di denaro.
Nonostante l’arresto, Migliorisi, che era andato pure nel “salotto” di Barbara D’Urso su Canale 5 per difendersi, avrebbe proseguito – secondo quanto ricostruito dagli investigatori della sezione di polizia giudiziaria della polizia presso a la Procura di Termini Imerese – spacciandosi una volta come “dottore Davide Siragusano” o come “avvocato Massimo Bruno”. “Le vittime – si legge in una nota – sono state indotte a versare una cospicua somma di denaro a un’assistente e complice dell’uomo, indicata come ‘la dottoressa Romano’, come anticipo spese della loro futura assunzione, promettendo la restituzione dei soldi versati con le prime mensilità dello stipendio’.
A differenza del passato, adesso Migliorisi avrebbe cercato di “schermare” il passaggio di denaro sfruttando agenzie postali o altre attività commerciali, ignare della truffa, in cui le vittime avrebbero dovuto lasciare le buste contenenti i soldi o la documentazione necessaria. Decine gli episodi ricostruiti dagli investigatori e contestati al cinquantenne bagherese che avrebbe collezionato denunce in numerosi commissariati o stazioni di Palermo e provincia. Le indagini sono invece ancora in corso per la presunta complice, ‘la dottoressa Romano’, che, a fronte di poche decine di euro, avrebbe messo a disposizione il proprio conto per ricevere i pagamenti.
Fonte : Today