Sinner ha una passione rischiosa dopo il tennis: “Sugli sci non sono più il ragazzino di una volta”

Il campione azzurro di tennis, oggi in campo a Miami con O’Connell, ha parlato dei suoi trascorsi da sciatore e spiegato come praticare ancora quella disciplina sia un beneficio: “Mi aiuta anche a recuperare mentalmente”.

16 CONDIVISIONI

Il tennis lo ha reso famoso ed è appena agli inizi della carriera. Ma c’è una passione che Jannik Sinner coltiva oltre i campi di gioco, il ranking che lo vede nei primi tre, gli avversari che lo attendono (oggi c’è Christopher O’Connell che lo sfida negli ottavi a Miami) e quelli che ha ancora nel mirino, perché se vuoi diventare il numero uno devi farti largo tra Carlos Alcaraz e Novak Djokovic.

È lo sci, disciplina che per un ragazzo delle sue parti (è originario di Sesto in Val Pusteria) è come il pane quotidiano: da bambino si disimpegnava bene sulle piste innevate, l’attività agonistica l’ha solo sfiorata (aveva 12, 13 anni) poi la sua vita da sportivo ha preso un altro percorso.

È stato lui stesso a spiegare perché ha scelto che gli uni (gli sci) restassero solo un hobby e l’altro (il tennis) divenisse una professione: “Nel primo caso se commetti un errore sai che non puoi vincere e magari ti fai del male. Nel secondo, invece, se perdi un punto hai sempre la possibilità di recuperare”. Ma quell’esperienza gli è servita: il suo corpo ha conservato buona memoria della serie di movimenti grazie ai quali se sei rapido, conservi un buon equilibrio e hai una buona gestione del tuo fisico, non hai bisogno di essere troppo potente.

Leggi anche

Perché Sinner ha smesso di giocare a calcio per passare al tennis: il problema era la squadra

Subito dopo aver battuto Tallon Griekspoor nel terzo turno del Masters 1000 in Florida, l’azzurro ha confessato che inforcare gli sci è tentazione alla quale ogni tanto s’abbandona ma lo fa con estremo giudizio. Al massimo un paio di volte all’anno, in compagni degli amici, facendo attenzione a non mettere a repentaglio la propria carriera con infortuni traumatici. Per il ragazzo cresciuto in un Paese che affaccia sulle montagne e su quelle lunghe distese di bianco il ritorno alle origini è rilassante.

“È sempre una sorta di sollievo per me – ha ammesso durante la conferenza stampa a Miami, la stessa nella quale ha anche parlato dell’avversario odierno, il 29enne australiano che lo ha battuto già una volta ad Atlanta -. Lo sci mi porta alla memoria momenti della mia infanzia, quando lo praticavo con i miei amici. Un paio di volte all’anno ci organizziamo ancora per farlo assieme. È qualcosa di intimo, di personale, che mi aiuta anche a recuperare mentalmente”.

Avanti ma senza fare sciocchezze né lasciarsi trascinare dall’ebbrezza della velocità. “So che devo stare attento e moderare la velocità. In pista il rischio di cadere c’è senza cautela. Se succedesse a me e rompessi qualcosa, sarebbe un grosso problema. Per fortuna oggi sono molto più tranquillo sugli sci rispetto a quando ero bambino. Non sono più il ragazzino di una volta”.

16 CONDIVISIONI

Fonte : Fanpage