Trump, perché deve pagare una multa da 175 milioni

Donald Trump non dovrà più versare allo stato di New York 464 milioni di dollari. Come riporta Il Sole 24 Ore, la multa comminata alla Trump Organization, riconosciuta colpevole di frode commerciale per una vicenda legata ad asset gonfiati, è stata infatti ridotta il 25 marzo dai giudici di seconda istanza a 175 milioni, da pagare entro dieci giorni dalla decisione.

Seppur parziale, la notizia rappresenta pur sempre una vittoria per l’ex presidente e attuale candidato a ricoprire tale carica per i repubblicani, nello stesso giorno in cui i suoi legali hanno chiesto l’archiviazione o il rinvio di tre mesi su un altro procedimento, quello penale relativo alla vicenda dei pagamenti in nero alla pornostar Stormy Daniels.

Per quanto riguarda la multa, la posizione dei legali di Trump era stata chiara: il magnate sarebbe stato impossibilitato a raccogliere la somma importante che gli era stata inizialmente richiesta. Inoltre, l’ex presidente attraverso il proprio social network Truth aveva fatto sapere di ritenersi estraneo alla commissione di qualsivoglia reato.

Il patrimonio

Contestualmente, l’imprenditore ha affermato di possedere “quasi cinquecento milioni di dollari in contanti”. Alla procuratrice generale di New York Letitia James aveva detto nel corso di una deposizione ad aprile 2023 di detenere “sostanzialmente più di 400 milioni in contanti”. Cifra che già all’epoca era aumentata rispetto a quella enunciata nella dichiarazione delle condizioni finanziarie del 30 giugno 2021 presentata al tribunale: allora equivaleva infatti a 293,8 milioni di dollari.

Per quanto riguarda le fonti di reddito di Trump, il magnate già nel 2022 aveva dichiarato entrate per 537 milioni da campi da golf e hotel, oltre a 26,5 milioni di dollari di commissioni di gestione e altri 61,1 di distribuzioni dalla sua partecipazione in edifici. L’ex presidente ha incassato inoltre 6,2 milioni di dollari da incarichi di parola e 116.103 dollari di pensione dalla Screen Actors Guild e dalla American Federation of Television and Radio Artists. Tra le tante proprietà, c’è anche la stessa piattaforma Truth, il cui valore è attualmente stimato intorno ai 6 miliardi di dollari.

Fonte : Wired