Il conflitto tra Ucraina e Russia ha varcato la soglia dei due anni e i venti di guerra sembrano soffiare sempre più verso Occidente. Il presidente francese Emmanuel Macron nelle ultime settimane si è espresso a favore dell’invio di militari europei in Ucraina, affinché l’Unione europea combatta direttamente contro l’esercito russo. Un’ipotesi (poi ritrattata dall’Eliseo) che diversi Stati dell’Ue, in primo luogo l’Italia, respingono in maniera decisa. Dal 2022 milioni di ucraini in fuga dalla guerra si sono riversati oltre i confini del proprio Paese alla ricerca di un rifugio sicuro dai bombardamenti e dagli attacchi di Mosca. Come si è comportata Parigi quando si è trattato di accogliere queste persone? Tra i 27 Paesi del blocco europeo, la Francia risulta molto indietro rispetto ad altri Stati membri.
Rifugiati ucraini nell’Ue
Le stime hanno calcolato 4,3 milioni di rifugiati ucraini, che hanno abbandonato le loro case dopo l’invasione da parte della Russia. Gli Stati dell’Ue hanno dato finora la possibilità a centinaia di migliaia di persone in fuga dalla guerra la possibilità di lavorare, vivere e studiare all’interno dei loro confini. I cittadini ucraini si sono trasferiti in tutto il territorio dell’Ue, in primo luogo in Polonia, ma anche in Finlandia, Spagna, Italia e Irlanda. La Francia, uno dei paesi più grandi e popolosi del blocco europeo, ha riferito di aver posto sotto “protezione temporanea” 64.720 rifugiati provenienti dall’Ucraina. Un numero che suona davvero esiguo se confrontato con le cifre dichiarate dalla Germania. Secondo i dati forniti dall’Eurostat, Berlino ha accolto oltre 1 milione e 270mila rifugiati, la Polonia sfiora un milione. Anche il contributo dell’Italia risulta esiguo, con 147 mila persone che hanno trovato protezione nella Penisola. La Francia rimane comunque la “maglia nera”, ospitando ufficialmente meno ucraini persino dell’Irlanda. Con appena 5 milioni di residenti, il governo di Dublino protegge più di 100mila ucraini. La Francia ha accolto meno di 1 ucraino ogni mille cittadini. Al contrario Paesi come Polonia, Repubblica Ceca e Bulgaria ospitano più di 25 rifugiati ogni mille abitanti.
Minori non dichiarati
Bisogna ammettere però che i numeri della Francia sono condizionati da una norma specifica. Dato che i minori rifugiati possono restare in Francia anche senza permesso, secondo l’Eurostat di rado sono inclusi nelle statistiche di protezione temporanea. In effetti appena 25 persone di età inferiore ai 18 anni risultano tra i rifugiati presenti sul territorio transalpino. Secondo l’Ong francese La Cimade, in base a quanto riferisce Politico, dal conteggio potrebbero mancare circa 30mila rifugiati. Per quanto riguarda l’età e il genere, in tutta l’Unione europea le donne adulte costituiscono quasi la metà (46,1%) dei beneficiari della protezione temporanea nell’Ue. I bambini rappresentano quasi un terzo (33,2%), mentre gli uomini adulti sono poco più di un quinto (20,7%) del totale.
Ad influenzare la scelta degli ucraini su dove cercare rifugio, influisce in primo luogo la lingua. I Paesi dove si parlano lingue slave sono quelli che attraggono di più le famiglie, che sperano così di integrarsi con più facilità, sia a livello sociale che di lavoro che scolastico. Sono importanti anche la vicinanza geografica con l’Ucraina, la facilità di ricevere sostegno finanziario e la possibilità di ritrovarsi in una comunità ucraina già insediata nel Paese di accoglienza. Tutti questi requisiti non coincidono con le caratteristiche offerte dal Paese della Torre Eiffel. Secondo i gruppi per i diritti umani transalpini anche l’eccessiva burocrazia è un ostacolo alla presenza di ucraini.
Protezione temporanea
All’inizio del conflitto l’Ue ha scelto di garantire la protezione temporanea per gli ucraini tramite una direttiva. Le misure sono state prorogate fino a marzo del 2025 e i documenti per lo status di protezione devono essere rinnovati ogni sei mesi. In Paesi come la Germania è lo Stato il soggetto principale che si occupa di offrire sostegno ai rifugiati, tramite un sistema rivelatosi rapido ed efficiente. In Francia invece molte persone per avere un supporto si affidano a gruppi di volontari attivi sui social network, che offrono informazioni e aiuto. Le iniziative pubblico-private sono prevalenti, con numerosi francesi che hanno aperto le loro case a donne e bambini ucraini.
Come nel caso di un programma grazie al quale all’inizio del 2022 circa 17mila rifugiati sono stati ospitati da quasi 7mila francesi. Un’iniziativa elogiata dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ma che rivela anche un impegno più defilato da parte delle istituzioni transalpine. Il problema principale della protezione rimane la temporaneità. Da un lato gli ucraini sperano di poter rientrare nel loro Paese al più presto, nonostante la fine del conflitto appaia molto distante all’orizzonte, dall’altro molti temono cosa accadrà loro una volta terminato il periodo di protezione il prossimo anno. Non è detto che la prospettiva di una guerra su scala ancora più ampia, con il coinvolgimento diretto di truppe europee, sia una vera soluzione per persone in cerca di pace e stabilità.
Fonte : Today