Si tratta perlopiù di venditori ambulanti, parrucchieri, autisti e massaggiatori, ha fatto sapere un portavoce del governo, e la maggior parte provengono dal Myanmar, verso cui oggi la Thailandia ha effettuato una prima consegna di aiuti umanitari. Nelle località turistiche, diverse pratiche tradizionali possono essere compiute solo da cittadini di nazionalità thai.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Negli ultimi sei mesi il governo thailandese ha scoperto oltre 700 stranieri che occupavano posizioni lavorative riservate ai cittadini di nazionalità thai. Lo ha riferito la settimana scorsa il portavoce del governo, Kharom Polpornklang, parlando delle attività del dipartimento per l’impiego negli ultimi mesi. Dopo una serie di denunce, pervenute soprattutto dalle province turistiche del Paese, dal primo ottobre dello scorso anno al 18 marzo, sono state ispezionate a sorpresa 25.628 imprese. Di queste, 820 sono indagate per aver assunto lavoratori migranti – 721 in totale – per coprire ruoli riservati ai thailandesi. La maggior parte degli stranieri fermati erano impiegati come venditori ambulanti, parrucchieri, autisti e massaggiatori, ha continuato Kharom Polpornklang, specificando che 316 provenivano dal Myanmar, 175 dalla Cambogia, 106 dal Laos, 65 dall’India, 42 dal Vietnam e 5 dalla Cina.
In Thailandia alcune occupazioni sono severamente vietate agli stranieri: riguardano soprattutto lavori legati a pratiche tradizionali, come la realizzazione di ombrelli di carta, di bambole thailandesi, di ciotole per l’elemosina (utilizzate dai monaci) o di immagini del Buddha. Altri impieghi, invece, ammettono eccezioni nel caso di lavoratori qualificati o di accordi internazionali con altri Paesi per l’invio di migranti.
Nei giorni scorsi, Chalermpong Sangdee, un deputato del Move Forward Party, ha chiesto alla Commissione parlamentare sullo sviluppo economico che altre attività presenti a Phuket (nota meta turistica) vengano ispezionate allo stesso modo. Spesso, ha aggiunto, le imprese, e in particolare alcune società del settore immobiliare, vengono gestite da stranieri con visti di lunga durata.
Non è un caso tuttavia che la maggior parte degli stranieri trovati in situazione di illegalità provenissero dal Myanmar, dove dal 2021 è in corso un brutale conflitto civile. Oggi è stata effettuata una prima consegna di aiuti umanitari destinata agli sfollati interni birmani. Circa 4mila pacchi contenenti cibo e altre necessità sono stati distribuiti dalla Croce rossa thailandese e quella del Myanmar attraverso il valico di frontiera di Mae Sot (in Thailandia) – Myawaddy (in Myanmar).
Il progetto, parte di una più ampia iniziativa di pace della Thailandia, dovrebbe raggiungere 20mila profughi birmani sfollati nello Stato Karen, ma era stato duramente criticato dal Governo di unità nazionale in esilio perché faceva affidamento sui permessi concessi dalla giunta militare golpista e perché – considerata la tragedia umanitaria in corso in Myanmar – andrebbe riprodotto su una scala più ampia. Secondo le Nazioni unite, infatti, almeno 2,6 milioni di persone sono state sfollate a causa dei combattimenti e più di 18 milioni hanno bisogno di assistenza.
Fonte : Asia