Non si placa l’eco dell’episodio di violenza contro il preside dell’istituto paritario San Gabriele di Roma, picchiato dal compagno della madre di uno studente. Il motivo della brutale aggressione è riconducibile a una sospensione nei confronti del ragazzo, che aveva insultato un insegnante. Stando a quanto ricostruito finora, l’uomo ha fatto irruzione nell’ufficio di Raimondo Pietroletti, dirigente scolastico di 65 anni, tentando di convincerlo a ritirare il provvedimento disciplinare attraverso minacce. Quando il preside lo ha invitato a calmarsi, il patrigno dello studente si è scagliato contro di lui aggredendolo. Il 65enne è stato ricoverato in ospedale.
L’uomo non accettava il fatto che il ragazzo avesse preso una nota e poi anche la sospensione. A quanto sembra avrebbe prima insultato un docente, per poi – in un secondo momento – prendersela col preside intimandogli di annullare il provvedimento disciplinare. Il 65enne sarebbe quindi stato spintonato con forza, finendo a terra e sbattendo violentemente il gomito. Un’aggressione avvenuta davanti a decine di testimoni. Il presidente è stato poi trasportato in codice giallo all’ospedale Villa San Pietro. Sul caso indaga la polizia che ha raccolto la denuncia del dirigente scolastico e identificato l’aggressore.
Il preside preso a calci e pugni da un papà a scuola: “I genitori si sentono padroni”
La scuola ha scritto ai genitori degli studenti
Nel frattempo, però, le polemiche sull’aggressione avvenuta lo scorso 15 marzo non si sono affatto placate. La scuola, un istituto cattolico fondato nel 1929 e abbastanza noto nell’area nord di Roma, ha inviato una nota a tutte le famiglie per informarle sul caso, descrivendo l’uomo come “visibilmente alterato”. Il consiglio d’amministrazione dell’istituto ha scritto ai genitori degli studenti anche perché il pestaggio, peraltro, è avvenuto sotto gli occhi del figlio piccolo dell’aggressore.
L’intervento del ministro Valditara
Il ministero dell’istruzione ha attivato tutte le procedure del caso con l’avvocatura dello Stato. Il ministro Giuseppe Valditara ha espresso “la ferma condanna dell’accaduto e l’augurio, con tutto il cuore, di pronta guarigione al dirigente scolastico”. Parole che, tuttavia, come sottolineato dallo stesso Valditara “non bastano”, perché chi “aggredisce un lavoratore della scuola aggredisce l’istituzione stessa”. “È mio dovere, come ministro, portare avanti, con determinazione, come sto facendo quotidianamente, ogni misura utile a ripristinare la cultura della legalità e del rispetto a tutela di tutta la comunità scolastica”, ha aggiunto il ministro.
In aumento le aggressioni contro insegnanti e presidi
Le aggressioni a presidi e insegnanti sono all’ordine del giorno. Solo pochi giorni fa un docente di un istituto di Porto Torres (in provincia di Sassari) era stato minacciato di morte e colpito alla mano da un ragazzo di 17 anni. Che le violenze ai danni del personale scolastico siano in aumento lo dicono i numeri. Lo scorso anno sono state in tutto 36. Quest’anno la media è di una a settimana. E sempre più spesso gli autori delle aggressioni non sono gli allievi, ma i genitori (casi in aumento del 111% rispetto allo scorso anno).
Il governo è corso ai ripari introducendo una nuova legge per tutelare chi insegna o lavora a scuola. Il ddl, approvato in via definitiva un mese fa, prevede pene più lunghe per i reati commessi in danno del personale scolastico: dagli attuali cinque anni per aggressione a sette anni e mezzo, e da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio.
Fonte : Today