*Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica e delega specifica su IA
Nel viaggio intrapreso ormai dall’intera umanità, l’IA diventa il vento che gonfia le vele dell’innovazione, ma deve essere l’uomo a tenere saldamente il timone, indirizzando la tecnologia verso un futuro in cui attività umane e intelligenza artificiale coesistono in un equilibrio dinamico, arricchendo reciprocamente le potenzialità dell’uno e dell’altro. È questo il cuore di ogni ragionamento e discorso che parla di IA antropocentrica o di “algoretica”.
L’Italia, insieme all’Europa, sta navigando in queste acque inesplorate con un approccio che bilancia saggiamente l’audacia innovativa e la prudenza etica, sottolineando le opportunità che l’IA può offrire in termini di efficienza, equità e benessere. Con l’IA Act, approvato grazie al fondamentale contributo dell’Italia e dell’attuale governo, l’Europa ha assunto un ruolo di primo piano nella definizione di un quadro normativo per l’IA che sia al tempo stesso propulsivo e protettivo e che miri a garantire che lo sviluppo e l’impiego dell’IA avvengano nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà individuali, stabilendo un modello di riferimento a livello globale,
La sfida che l’Italia e l’Europa stanno affrontando non è solo tecnologica ma profondamente sociale e umana: come incorporare l’IA nelle nostre vite in modo che amplifichi le nostre capacità senza sostituirle, che risolva i problemi senza crearne di nuovi, che semplifichi la burocrazia senza depersonalizzare il servizio.
Il governo Meloni ha impresso un’accelerazione significativa nell’adozione e sviluppo dell’IA. Il Comitato di Coordinamento per l’intelligenza artificiale, che ho nominato il 9 novembre scorso selezionando esperti di altissimo livello, ha finalizzato nei tempi previsti il documento della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026, che è ora al vaglio del Governo. Vista l’importanza trasversale del tema IA, abbiamo aperto le porte a un costruttivo scambio di idee e progetti sul futuro dell’IA in Italia. Una settimana fa, il 12 marzo, ci siamo ritrovati con istituzioni, pubbliche amministrazioni, imprese, università, centri di ricerca e membri dell’opposizione in una giornata si lavoro che ha portato a un dialogo aperto e produttivo. Un momento centrale, quindi, anche per toccare i temi proposti dal Comitato di Coordinamento nel documento di cui sopra.
Tra i suggerimenti del Comitato, spiccano questioni di grande interesse come lo sviluppo di modelli multimodali fondazionali (LMM) italiani in grado di armonizzare tecnologia ed impegno etico, il finanziamento della ricerca fondazionale e blue-sky per l’IA di prossima generazione, la definizione di linee guida per promuovere l’adozione dell’IA nella PA e la creazione un ecosistema di facilitatori per l’AI nelle PMI. E queste rappresentano solo una piccola parte delle iniziative che stiamo valutando in questo momento.
D’altronde, ho sottolineato più volte l’obiettivo principale è andare oltre la semplice adozione di soluzioni di IA sviluppate altrove. È fondamentale, certo, avvalersi di tali soluzioni esterne quando necessario, ma è altrettanto cruciale che ci impegniamo a sviluppare le nostre, promuovendo una sinergia efficace tra il mercato nazionale e le nostre università. Queste ultime, infatti, godono di un elevato riconoscimento internazionale nel settore, rappresentando una risorsa preziosa da valorizzare nel contesto di una strategia più autonoma e innovativa.
Proprio per questo, possiamo guardare con ottimismo a un futuro in cui l’IA, anziché essere vista come una minaccia all’occupazione (e non solo), sia riconosciuta come una leva per la creazione di nuove opportunità lavorative, per l’innalzamento della qualità della vita e per la realizzazione di una società più giusta e inclusiva. Questo orizzonte non è un miraggio ma una meta raggiungibile con il giusto connubio tra visione strategica, una regolamentazione lungimirante e, soprattutto, un impegno collettivo che mostri la volontà del nostro Paese di essere un giocatore importante e non un semplice spettatore nella partita della IA.
Fonte : Repubblica