I profitti e gli interessi generati dai beni della Russia congelati in Unione europea potrebbero presto essere usati a sostegno dell’Ucraina. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra i leader dell’Unione, che apre alla possibilità di un loro utilizzo già a partire dal prossimo luglio. Si tratta di circa 3 miliardi di euro solo per il 2024, di cui il 90% sarà destinato a fornire maggiore assistenza militare al paese.
Il meccanismo
Dopo ormai quasi un anno anni di discussioni su cosa fare con i circa 190 miliardi di euro di titoli e contanti della Banca centrale russa, congelati nei conti della società belga di servizi finanziari Euroclear, l’Unione europea è finalmente riuscita a trovare un accordo per evitare problemi legali e impiegare parte di quelle risorse in favore dell’Ucraina. La soluzione consiste nel non toccare i fondi russi, ma sequestrarne gli interessi.
La maggiore opposizione a questo e ad altri piani arriva però dagli stessi istituti bancari, che temono di subire azioni legali da parte della Russia se coinvolte in trasferimento di denaro verso l’Ucraina e di veder estesi i sequestri anche verso gli interessi dei beni contenuti nei conti di persone o società russe sottoposte a sanzioni europee.
La Russia ha infatti minacciato ritorsioni contro tutte le persone che potrebbero essere coinvolte nell’operazione, definendola come una violazione del diritto internazionale. Tuttavia, come riporta Reuters, la stessa Russia ha già provveduto a sequestrare beni di aziende occidentali, cambiare i dirigenti delle filiali e costretto le compagnie che hanno lasciato il paese a svendere con enormi sconti le loro attività.
Il congelamento
Le leggi europee, britanniche e statunitensi relative alle sanzioni prevedono solo il congelamento dei beni, ma non la loro confisca. L’unica eccezione riguarda i beni considerati come proventi derivati da attività illecite, ma mancano norme specifiche relative ai profitti generati dai beni già congelati e su questo punto si sta basando la strategia europea.
Il piano prevede di destinare il 90% dei profitti confiscati all’Ucraina, di cui il 90% per spese militari e il 10% per la ricostruzione, mentre il restante 10% del totale sarà trattenuto da Euroclear come fondo di garanzia per reagire a potenziali azioni legali da parte della Russia. Questa soluzione dovrebbe garantire la cooperazione delle banche e la salvaguardia da eventuali cause.
Fonte : Wired