Google, perché si è beccata una multa da 250 milioni in Francia

Google ha ricevuto una multa da 250 milioni di euro dalle autorità antitrust della Francia, per aver violato un accordo con gli editori di giornali francesi. In particolare, il gigante statunitense non avrebbe rispettato le norme relative alla proprietà intellettuale, usando senza permesso articoli delle testate francesi per addestrare il suo programma di intelligenza artificiale Gemini (ex Bard). Inoltre, avrebbe anche rimosso da altri servizi Google i contenuti dei giornali che hanno espressamente richiesto il loro non utilizzo per l’addestramento di Gemini.

La sanzione è stata imposta sulla base di una direttiva europea del 2019 sul diritto d’autore, che la Francia ha applicato per prima rispetto a tutti gli altri paesi dell’Unione europea, nel tentativo di riequilibrare il rapporto tra media e piattaforme digitali, nettamente sbilanciato a favore di queste ultime. Così, nel 2020 l’antitrust francese aveva già intimato a Google di stringere accordi con gli editori per un uso legittimo dei loro contenuti, ma nel 2021 ha dovuto imporre contro l’azienda la prima multa da 500 milioni di euro per non aver garantito ai giornali un giusto trattamento economico.

Nel 2022, Google ha quindi stretto un nuovo accordo con gli editori, impegnandosi, tra le altre cose, a condurre negoziati in buona fede e a fornire le informazioni necessarie a valutare gli effettivi guadagni derivati dall’uso dei loro contenuti. Tuttavia, secondo l’antitrust francese, Google avrebbe nuovamente contravvenuto agli impegni presi meno di due anni fa, facendo scattare la seconda sanzione. Nella sua dichiarazione, l’Autorità per la concorrenza ha sottolineato come l’azienda statunitense abbia violato quattro dei sette impegni pattuiti nel 2022, tra cui proprio la conduzione di trattative in buona fede e la trasparenza nelle informazioni.

Google, che nel 2022 ha ritirato il ricorso fatto contro la prima sanzione e pagato l’intera multa, ha contestato la nuova multa ritenendola “non proporzionata alle questioni sollevate dall’Autorità francese per la concorrenza” e perché non terrebbe conto “degli sforzi che abbiamo fatto per rispondere e risolvere le preoccupazioni sollevate” ha detto l’azienda in una dichiarazione riportata da Reuters.

Fonte : Wired