Giorgia Meloni attacca le opposizioni: “Ragazzi, vi vedo nervosi”. Ma le assenze di Salvini diventano un caso

Sta diventando un caso la doppia assenza del vicepremier Matteo Salvini durante i dibattiti che si sono svolti alla Camera e al Senato, in cui la premier Giorgia Meloni ha risposto a deputati e senatori in vista del prossimo Consiglio Ue. A Palazzo Madama, il leader del Carroccio non si era proprio visto, lasciando la sua poltrona al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il quasi-bis a Montecitorio, dove si è palesato per una decina di minuti in cui i due alleati hanno parlato e si sono persino abbracciati a favore di teleobiettivi. Dopo la breve chiacchierata Salvini è corso via, per “impegni urgenti” al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Voci di Transatlantico parlano di una presidente del Consiglio molto contrariata dalle uscite del suo vice sulle elezioni in Russia: “Quando un popolo vota, ha sempre ragione” aveva detto Salvini all’indomani dello scontato plebiscito a favore di Vladimir Putin, ribadendo una simpatia mai celata nei confronti del capo del Cremlino.

Salvini sulle elezioni in Russia: “Quando un popolo vota ha sempre ragione”. Bufera sul vicepremier

L’assenza del leader leghista, nel dibattito in cui il governo ha ribadito il sostegno militare all’Ucraina e all’indomani delle dichiarazioni polemiche dell’altro vicepremier Antonio Tajani, che ha ribadito che la politica estera dell’esecutivo “la decide il ministro degli Esteri”, è stato letto da molti come un velato messaggio agli alleati ma soprattutto come un modo di non scontentare la parte più estremista del suo elettorato: “Nella Lega formato bonsai ormai ogni voto vale oro”, commenta una esponente di Fratelli d’Italia sul corridoio dei passi perduti. Morale della favola, mentre Meloni pronunciava frasi come “Ribadiamo la nostra condanna allo svolgimento di elezioni farsa in territori ucraini e alle vicende e che hanno portato al decesso in carcere di Aleksei Navalny”, il suo scomodo alleato non era al suo fianco.

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Lo scontro con le opposizioni: “Non posso chiamarvi ragazzi?”

A infuocare il dibattito a Montecitorio, un’espressione utilizzata dalla premier, che si è rivolta ai banchi delle opposizioni con un “Ragazzi, vi vedo particolarmente nervosi”. Una frase che ha suscitato le vibranti proteste degli esponenti delle minoranze, alle quali Meloni ha risposto stizzita: “Non posso chiamarvi ragazzi? Vabbè, giovani onorevoli. Nemmeno questo? Evidente che non vi sono particolarmente simpatica…”. A quel punto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha provato a interrompere il siparietto: “Presidente non è un dibattito, si rivolga alla presidenza e termini pure le sue comunicazioni”, ha detto. Un invito non raccolto: “Noi romani – ha continuato Giorgia Meloni – ogni tanto lo diciamo ragazzi. Vi chiedo scusa comunque. I romani sono meglio di questo? Vabbè, allora mi scuso anche con i romani”. 

“Salvini e Orban? Contano le decisioni”

Meloni è poi intervenuta in merito alle accuse, avanzate da più parti, di andare a braccetto con leader che simpatizzano per il regime dio Mosca, in particolare con il premier ungherese Viktor Orban e il suo vicepremier Matteo Salvini: “Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina – ha replicato -, ma in entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue. Tra le altre cose, siamo riusciti a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l’Ucraina per i prossimi quattro anni. Quando io parlo con le persone con cui ho buoni rapporti porto a casa dei risultati”. 

L’attacco di Conte: “L’Italia arriva sempre ultima”

Durissime le parole del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che durante il dibattito ha attaccato la premier sull’economia e sulla politica estera: “Lei ha detto di avere sempre una faccia – ha tuonato Conte – quando era all’opposizione e ora che è al governo. Questa è la dichiarazione più comica che potesse fare. Da quando è al governo ha tradito tutte le promesse fatte: blocco navale, accise, pensioni, aiuti per la maternità… non ne ha mantenuta una”. E ancora: “Lei ci racconta che l’Italia con lei vince e ha riacquistato credibilità, ma noi, come tutti gli italiani, vediamo che l’Italia arriva sempre ultima. C’è stato un vertice nei giorni scorsi con Francia, Germania e Polonia, per decidere anche delle nostre sorti e lei non è stata invitata. Ne è venuta a conoscenza dalla conferenza stampa. Mentre lì si decidevano le sorti europee, lei era al tavolo con il vicepremier Salvini a decidere sulle regionali: da una parte terzo mandato, dall’altra terza guerra mondiale”, ha concluso.

Schlein: “Con voi l’Italia si è arresa”

Ironica la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, che parlando in aula ha incalzato la premier: “Ogni volta che lei cambia opinione – ha detto – fa fare un passo avanti al suo partito, e ora che è al governo anche all’Italia: le rivolgiamo un appello, ci ripensi sul salario minimo, sui tagli alla sanità, su Opzione donna e anche sul premierato, non vada avanti su una riforma che toglie potere ai cittadini. Cambi idea anche sullo scellerato progetto della Lega sull’autonomia differenziata: non si è mai vista una autoproclamata patriota che spacca l’Italia in due penalizzando le regioni che fanno già più fatica”. Anche la segretaria dem, ha poi attaccato sulle scelte in politica estera: “Quando va in Egitto – ha continuato Schlein – invece di offrire risorse, pretenda da Al Sisi gli indirizzi dei torturatori di Giulio Regeni e a Von der Leyen chieda una missione di soccorso in mare. Aver rinunciato a lottare per il principio che chi arriva in Italia arriva in Europa e non va trattenuto qui, non è aver difeso l’Italia, è una resa dell’Italia”.

Fonte : Today