Sepp Blatter a 88 anni non intende rientrare nella FIFA: “Voglio solo essere ringraziato per quello che ho fatto”. L’ex capo del calcio mondiale racconta l’esperienza di premorte che ha vissuto: “Gli angeli venivano da me e volevano portarmi via. Io ho detto: ‘No, non sono pronto per partire’”.
Nei giorni scorsi Sepp Blatter è tornato a Zurigo, sede della FIFA di cui è stato padre padrone ininterrottamente per 17 anni, dal 1998 al 2015, ma non può entrare nel palazzo del massimo ente calcistico mondiale dopo essere stato estromesso in seguito allo scandalo corruzione che nel 2015 colpì lui e il suo omologo all’UEFA Michel Platini, entrambi squalificati per otto anni, poi ridotti a sei. Fu la fine della sua carriera in ambito sportivo. Oggi Blatter a Zurigo ci è tornato a 88 anni per promuovere la sua autobiografia. E in un’intervista al Telegraph ha raccontato la sua esperienza di premorte, ovvero quella condizione che sperimenta chi recupera le funzioni vitali dopo essere stato ad un passo dal decesso, in coma o arresto cardiaco o ancora encefalogramma piatto.
Condannato in sede sportiva, Blatter è stato invece assolto – sempre assieme a Platini – nel luglio del 2022 nel processo penale che lo vedeva accusato di frode e truffa ai danni della FIFA, per i famigerati due milioni di franchi svizzeri che aveva pagato al francese 11 anni e mezzo prima. Contro le loro assoluzioni tuttavia è stato presentato appello e dunque la vicenda processuale non è ancora finita. La salute dell’ex monarca assoluto del calcio mondiale è uscita duramente provata dalla sua odissea giudiziaria: nel primo giorno del processo di primo grado nel 2022 si sentì male, dicendo alla corte che era troppo malato per testimoniare a causa dei dolori al petto.
Sepp Blatter oggi, a 88 anni: lo svizzero è stato presidente della FIFA per 17 anni
Un anno e mezzo prima, Blatter era stato sottoposto ad un’operazione al cuore che lo aveva portato a trascorrere una settimana in coma indotto. Un coma che era culminato in quella che ora descrive come un’esperienza di premorte. Si tratta di ricordi, sensazioni, visioni che la scienza ipotizza possano essere dovuti ad una confusione sensoriale post traumatica, pur non essendoci al momento una spiegazione sicura di questi “sogni” del tutto peculiari.
Leggi anche
Onana racconta l’incubo che ha vissuto: “I miei compagni mi hanno sempre ricordato chi sono”
“Ho avuto allucinazioni – ricorda adesso Blatter – Ho visto che gli angeli venivano da me e volevano portarmi via. Io ho detto: ‘No, non sono pronto per partire’. Ero in coma e c’erano due adorabili signore vestite di bianco che si prendevano cura di me e avevo una macchina per respirare. Ma nel mio sogno, o a quel tempo nella mia realtà, c’erano gli angeli. Hanno detto: ‘Devi venire. Devi morire adesso. Ti aspettano in paradiso’. Ci sono voluti più di tre mesi solo per rendermi conto che sono ancora vivo“.
Blatter sorridente al tempo in cui comandava da monarca assoluto il calcio mondiale
Dopo aver ripreso conoscenza, Blatter racconta di essere stato inizialmente immobile e di aver perso la parola, che poi si è manifestata solo sotto forma del dialetto del suo paese natale vallesano, seguito poi dal francese, dall’inglese e dallo spagnolo. Questa peraltro non è la prima volta che Blatter descrive di essere stato “molto vicino” alla morte. Nel novembre del 2015, qualche settimana dopo essere stato messo sotto indagine penale e bandito dalla FIFA per il pagamento a Platini, svelò di essere collassato mentre visitava la tomba dei suoi genitori, aggiungendo anche in quel caso di aver vissuto un’esperienza simile: “Ero tra gli angeli che cantavano e il diavolo con il fuoco. Ma erano gli angeli a cantare“.
Nonostante sia tornato al palazzo della FIFA a Zurigo, potendo tuttavia osservarlo solo dall’esterno, Blatter chiarisce che non sogna un ritorno al potere calcistico e vuole solo essere ringraziato per quello che ha fatto: “Non mi manca la presidenza. Vivo ancora adesso per il calcio perché non posso dimenticare il calcio. Sono stato 42 anni nella FIFA ma sono consapevole di essere fuori dal gioco. Fuori dal gioco fisicamente. Ma sono ancora nel gioco del calcio, che era la mia passione e la mia missione. Ero come un missionario. E un missionario non si arrende mai. Voglio solo quello che dice mia figlia nel libro, che qualcuno dica: ‘Grazie per quello che hai fatto’. È tutto. Niente di molto speciale“.
Fonte : Fanpage