Confermate le voci che filtravano da giorni di un ritiro imminente. Il Partito comunista ha accolto le “dimissioni” del 53enne leader, legate a “mancanze” che hanno determinato un “impatto negativo” sull’opinione pubblica. Domani in programma la sessione straordinaria del Parlamento, l’elezione del successore potrebbe avvenire in tempi brevi.
Hanoi (AsiaNews) – Le voci che circolavano da alcuni giorni hanno trovato conferma in queste ore: il Partito comunista del Vietnam ha accettato le “dimissioni” del presidente Vo Van Thuong legate a non meglio precisate “mancanze” che mostrano la portata delle turbolenze politiche e istituzionali che stanno scuotendo la nazione. E che, avvertono gli analisti internazionali, rischiano di danneggiare la fiducia degli investitori stranieri e il dialogo aperto con diverse istituzioni tra cui anche il Vaticano, che sotto l’attuale capo dello Stato hanno compiuto passi significativi. Compreso l’invito rivolto di recente dallo stesso Vo Van Thuong a papa Francesco per una visita nel Paese.
In una nota diffusa oggi l’esecutivo ha accusato il presidente uscente di aver violato le regole del partito, sottolineando che le “mancanze” a lui ascritte avrebbero avuto un “impatto negativo sull’opinione pubblica, influenzando la reputazione del partito, dello Stato e la sua personale”. Il Comitato centrale del partito, fra i massimi organismi decisionali del Vietnam (comunista), ha approvato le dimissioni di Thuong a circa un anno dall’elezione.
Il presidente ha un ruolo in gran parte cerimoniale, anche se resta una delle prime quattro posizioni politiche di rilievo nella nazione del sud-est asiatico. Nel gennaio dello scorso anno sorte analoga era toccata al predecessore, Nguyen Xuan Phuc, che si era “dimesso volontariamente” in seguito a “violazioni e illeciti” che sarebbero stati commessi quanto ricopriva la carica di primo ministro fra il 2016 e il 2021.
La riunione del comitato ha preceduto la sessione straordinaria del Parlamento già in calendario per domani, quando i deputati dovrebbero confermare le decisioni del partito e avviare l’iter per la scelta del successore alla presidenza. I principali cambiamenti di leadership nello Stato a partito unico sono stati collegati di recente alla vasta campagna anti-corruzione “Fornace ardente” che se da un lato mira a debellare la corruzione diffusa, dall’altro è sospettata di essere strumento per regolare le lotte politiche interne.
Vo Van Thuong, 53 anni (nella foto con papa Francesco, che ha invitato ufficialmente a visitare il Vietnam nelle scorse settimane), si è dimesso pochi giorni dopo che la polizia vietnamita ha annunciato l’arresto per un episodio di presunta corruzione (avvenuto una decina di anni fa) di un ex capo della provincia di Quang Ngai, nel Vietnam centrale, dove il presidente dimissionario ha lavorato mentre era capo del partito. Vo Van Thuong era considerato vicino al segretario generale Nguyen Phu Trong, la figura più potente del Vietnam e il principale artefice della campagna anti-corruzione. Lo scorso anno l’Assemblea ha impiegato oltre un mese e mezzo per nominare il successore.
Tuttavia, in questo caso la crisi politica potrebbe avere un iter molto più spedito ed essere risolta con la rapida scelta del nuovo presidente, anche per tranquillizzare imprese straniere e investitori sulla stabilità del Paese e delle sue massime istituzioni. Il 18 marzo scorso la borsa di Ho Chi Minh City, il principale centro finanziario della nazione, ha perso quasi il 3% nelle prime ore di contrattazione dopo che sono iniziate a circolare notizie sulle imminenti dimissioni del presidente.
Secondo il broker Mirae Asset Securities, le vendite nette degli investitori stranieri nei primi due giorni della settimana sono state pari a circa 80 milioni di dollari. Un consulente per aziende straniere, dietro anonimato, sottolinea che la rimozione di Thuong “potrebbe rallentare ulteriormente le decisioni politiche e amministrative, poiché i funzionari sono più preoccupati” per il prosieguo della campagna anti-corruzione. Ciononostante, l’opinione comune è che la posizione di Hanoi sulle politiche chiave non è destinata a cambiare.
Fonte : Asia