Madonna di Trevignano, l’avvocato Marchignoli: “Su Gisella Cardia un’ondata d’odio, la difenderò”

Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

Fanpage.it ha intervistato Solange Marchignoli, l’avvocato di Gisella Cardia insieme a Giuseppe Marazzita. “Voglio allontanare le censure infondate e le cattiverie gratuite, che le vengono rivolte. Sul piano della fede, ognuno è libero di crederle o no”.

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Gisella Cardia e l’avvocato Solange Marchignoli

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Solange Marchignoli è l’avvocato di Gisella Cardia, insieme al legale Giuseppe Marazzita. Si occupano della veggente di Trevignano Romano dal punto di vista giuridico e della comunicazione. Fanpage.it ha intervistato l’avvocato Marchignoli: “Il mio compito è di allontanare da Gisella Cardia le censure infondate e le cattiverie gratuite, che le vengono rivolte, perché spesso destituite da ogni fondamento sia in fatto che in diritto. Nulla questio sul piano della fede, perché ognuno è libero di credere e di professare la propria, purché non si tratti di riti contrari al buon costume, a norma dell’art. 19 della Costituzione. Dal punto di vista mediatico è doveroso, per il rispetto del tema, che il discorso venga affrontato con serietà e con conoscenza, epurando le discussioni dall’ironia gratuita e per nulla divertente. A tal proposito  mi sto confrontando con teologi, mariologi e ricercatori specializzati nella mistica cattolica nell’era moderna”.

Avvocato, l’attenzione mediatica nei confronti di Gisella Cardia è alta. C’è chi l’accusa di essere una truffatrice…

Ho conosciuto la sua storia e mi ha colpita molto. Penso che Gisella sia una persona per bene, che la Teologia e il soprannaturale siano argomenti molto interessanti, che necessitano della conoscenza puntuale della mistica cattolica. È indubbio che nei confronti di Gisella è in atto un tribunale mediatico che l’accusa e io l’assisto, perché sono un avvocato penalista, avendo ella sporto denunce ed essendo a sua volta stata denunciata. Sto compulsando i documenti che Gisella mi ha affidato e così farò con tutto ciò che sottoporrà alla mia attenzione, e ciò anche al fine di rispondere alle accuse mediatiche che le vengono mosse, per quanto – sia chiaro – non hanno nessun valore giuridico. Pertanto, quando Gisella viene inopinatamente definita truffatrice, ho l’impegno – rectius: il dovere – di riportare la conversazione sul piano della correttezza semantica e dell’educazione, spiegando quali sono i presupposti richiesti dalla fattispecie di reato e cercando di capire se i comportamenti di Gisella siano effettivamente sussumibili nella fattispecie a lei contestata. Prendo atto che spesso si utilizzano parole improprie che fanno ‘colore’ e che sono giuridicamente censurabili. Pertanto, invito alla cautela.

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Questione bilanci: c’è o non c’è qualcosa che non torna nei conti dell’associazione Madonna di Trevignano Ets?

I documenti contabili li sto esaminando. Gisella e suo marito Gianni Cardia hanno consegnato tutta la documentazione contabile alla polizia giudiziaria in assoluta trasparenza. Nell’ipotesi in cui dovessero essere stati perpetrati dei reati, si celebrerà un regolare processo. Non posso commentare nulla al riguardo, tutto è ancora al vaglio del pubblico ministero e devo rispettare il segreto istruttorio.

Gisella viene spesso accusata di plagio, che giuridicamente non esiste più. Se fosse ancora un reato, secondo lei si configurerebbe nel suo caso?

No, se il plagio costituisse ancora reato, escluderei categoricamente che si delineerebbe per Gisella Cardia. L’espressione “mi ha plagiata” è giornalisticamente forte, ma oggi giuridicamente non vuol dire nulla. Esiste il reato di circonvenzione d’incapace, che nel caso di Gisella Cardia non sussiste. Ad esempio Luigi Avella stesso ha dichiarato di aver donato volontariamente, con atto notarile, 123 mila euro all’associazione Madonna di Trevignano Ets, dunque , stando alle sue dichiarazioni, non ci sono ipotesi di reato. Questo sul piano giuridico. Sul piano della fede Gisella non ha bisogno della mia difesa, perché lo dice la parola stessa, c’è chi crede e chi no, e su questo siamo liberi, nessuno può entrare nel merito.

La diocesi di Civita Castellana ha dichiarato la non soprannaturalità di ciò che accade a Trevignano, ma Gisella continuerà ad andare nel campo a pregare con i fedeli…

Rispetto al piano della Teologia, parlare del decreto in maniera superficiale com’è stato fatto in varie occasioni è anche indelicato, perché merita un doveroso approfondimento. Teologi e mariologi, che hanno studiato il ‘decreto Trevignano’, mi hanno spiegato che è stato emesso sulla base di un parere soggettivo e non su criteri oggettivi. Questo è l’errore di fondo della Commissione e del vescovo: il fatto di pretendere di arrivare a una conclusione definitiva, quando tanti fenomeni sono evidentemente rimasti inesplorati. Se hanno dei dubbi, il verdetto avrebbe dovuto logicamente essere “non constat de supernaturalitate”, il che significa che non ci sono prove sufficienti dell’origine soprannaturale, ma lascia aperta la strada a ulteriori studi. Medjugorje è un buon esempio di tale verdetto. La storia insegna, infatti, che anche le persone che hanno avuto in dono i ‘segni’ di Gisella hanno ricevuto in un primo momento il diniego della Chiesa.

Come commenta le presunte minacce ricevute dall’ex portavoce di Gisella, Paola Felli?

Per quanto concerne il cappio trovato nell’auto, Paola Felli ha sporto denuncia contro ignoti, perché non è possibile ricondurre le minacce a Gisella o Gianni Cardia. Rispetto alle presunte minacce verbali di Gianni Cardia, ho parlato con i miei clienti, che mi hanno raccontato della chiamata con Paola Felli, telefonata cui avrebbero assistito alcuni testimoni, che dicono cose diverse, ossia che Gianni ha usato un tono evidentemente forte, ma che non si è espresso nei termini minatori dichiarati da Felli. Se la denuncia sarà supportata da prove rispetto alle minacce, affronteremo la questione nelle aule di giustizia.

Lei crede a Gisella Cardia e come sta in vista del prossimo incontro di preghiera del 3 aprile?

Sì, le credo e rispetto quello che percepisce. Non solo in qualità di avvocato, ma anche come persona. Non ho ragione di credere il contrario. Personalmente ho trovato indelicato lasciare al buio, in un deposito, la statua della Madonna, in attesa che venisse trasferita altrove, perché ho rispetto dell’iconografia cristiana, e questo a prescindere dalla mia fede. Vorrei invitare alla riflessione, a non sperimentare l’ossessione e ad ascoltare ognuno il proprio sentire, senza contaminarlo con l’odio.

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Fonte : Fanpage