Chi l’ha detto che la city car Mazda2 Hybrid 2024 va bene solo nel traffico metropolitano? Agilità, senso della misura, rapporto idilliaco tra prestazioni e usability, costi contenuti: una compagna perfetta sulla quale contare, affidabile e sicura, discreta. Non impegnativa, si direbbe come di un vestito e se la cava alla grande nelle situazioni ordinarie del vivere quotidiano. Aristotelica, anzi, nel trovare temperanza, moderazione ed equilibrio ricercando una felicità tutta sua, dettata da una virtù che consiste nell’evitamento progettuale di ogni eccesso.
La prova su strada
Abbiamo avuto modo di testarla in strada in Costa Daurada, in Spagna, dopo averla recuperata all’aeroporto di Barcellona. Un percorso dentro e più spesso fuori dalla comfort zone alla quale sente giustamente di appartenere. Promossa. Perché se districarsi nel traffico in uscita dalla capitale catalana è pane per i suoi baby dentini da latte, vederla a suo agio dopo una cura di autostima sugli impegnativi tornanti della scogliera e le tortuosità inattese delle colline che abbracciano dall’alto il mare – strizzando gli occhi ridefiniti in modalità guerriero manga e sfoggiando in assetto da competizione i muscoletti di Goku (leggi paraurti, calandra e portellone posteriore ora nella stessa tinta della carrozzeria) – è stata una vera sorpresa. Come poi vederla sprintare, al netto del leggero rumore che può risultare fastidioso spremendo un po’ di più a regime l’1.5 in accelerazione, spingendo il suo motore ibrido in autostrada fino a Tarragona, dove, evidentemente più sicura di sé per l’indiscutibile vocazione cittadina, non è stato un problema nemmeno parcheggiare con facilità nei pressi della Ciudad Vieja.
La betoniera che arranca in salita da sorpassare in ripresa in uno spazio ristretto, i rallentamenti per il gruppone dei ciclisti amatoriali, certe repentine strozzature della carreggiata per gli infiniti lavori in corso, l’uscita sbagliata all’ennesima rotonda… In questi casi, agilità, maneggevolezza e reattività ci sono sembrate quasi doti fuori dal comune quando si è trattato di invertire rapidamente il senso di marcia dopo esserci accorti di aver sbagliato direzione (il sistema di navigazione non è impeccabile, con quel leggero fuori sincro al quale occorre fare l’abitudine, ma si possono sempre caricare Waze o Google Maps) o di infilarci, lesti, in un parcheggio libero in una rambla trafficata patteggiando con la volatilità del tempo a disposizione senza rinunciare ad assaporare al massimo e senza scocciature e fastidiosi giri a vuoto il piacere del viaggiare, muoversi in libertà, esplorare.
Intendiamoci, non è nella sua natura quella d’essere una creatura in grado di mozzare il fiato, provocare brividi caldi all’accensione e sfarfallare nello stomaco di chi la guida oltre che aumentando i giri del motore. La sinergia tra la potenza di un benzina e le prestazioni dell’elettrico dà vita piuttosto – grazie a una coppia di 144 Nm – a un interessante propulsore che offre un’esperienza di guida al contempo relativamente emozionante ma efficace e sostenibile. Un ibrido che conserva l’energia cinetica acquisita durante la guida, le decelerazioni e le frenate per ricaricare costantemente la batteria. Parte in modalità elettrica silenziosa e poi usufruendo del cambio a sei marce si assesta ripartendo la spinta tra elettrico e benzina. Per chi ama i nudi dati: la vettura abbina un motore tre cilindri a benzina da 1490 cm³ e 92 CV/68 kW con un motore elettrico da 59 kW, per una potenza totale di sistema di 116 CV/85 kW. La versione 2024 ha un discreto scatto di partenza da 0 a 100 km/h in 9,7 secondi e una velocità massima di 175 km/h. Più significativi i consumi dichiarati nel ciclo combinato WLTP con un range di 3,8 – 4,2 l/100 km ed emissioni contenute di CO2 di 87-97 g/km (in base ad allestimento e dimensioni delle ruote).
What a face!
Fonte : Wired