Gli alleati di Salvini in Olanda si arrendono, nessuno un governo guidato dall’estrema destra

L’estrema destra non guiderà il governo dei Paesi Bassi. Dopo mesi di tentativi e trattative alla fine Geert Wilders, il leader del Partito per la libertà (Pvv) ha gettato la spugna rinunciando alla sua aspirazione di guidare la quinta economia dell’Unione europea. Questo annuncio è giunto dopo che i tentativi di formare una coalizione con altri partiti non hanno ottenuto il sostegno necessario, e l’idea di un esecutivo a trazione di destra è stata scartata. Ora l’Olanda si vede costretta ad andare verso la formazione di un governo tecnico e “misto”, con una composizione bilanciata di membri provenienti da ambiti sia politici che non, ma senza Wilders alla guida.

Il politico è noto per la sua retorica contro l’immigrazione e l’Islam, e d è alleato in Europa con la Lega di Matteo Salvini, con cui condivide gli scranni del gruppo Identità e democrazia dell’Aula di Bruxelles e Strasburgo. Wilders ha ottenuto un risultato inaspettato alle elezioni dello scorso novembre, con il Pvv primo partito con 37 seggi, un numero ben al di sopra delle previsioni, ma ancora distante dalla maggioranza richiesta nel parlamento olandese composto da 150 seggi. “Posso diventare primo ministro solo se TUTTI i partiti della coalizione lo supportano. Purtroppo, questo non è stato il caso”, ha dichiarato il leader olandese tramite X, manifestando delusione per l’insuccesso. 

Wilders non è riuscito a trovare una quadra con gli altri possibili partner della maggioranza, il partito degli agricoltori (Bbb), i liberali di centro-destra (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, e il partito centrista nuovo contratto sociale (Nsc). Le quattro formazioni politiche ora cercheranno di mettere in piedi una grande coalizione con un esecutivo tecnico. Ma non sarà facile scegliere quale dei quattro leader sarà il premier, e per questo si pensa anche a un tecnico. Chiunque verrà scelto sarò il primo nuovo leader dell’Olanda dall’insediamento di Rutte, che dal 2010 ad oggi è sempre stato al potere.

Kim Putters, ex senatore e membro del Partito laburista, che sta svolgendo il delicato ruolo di intermediario della trattativa, ha espresso soddisfazione per il passo avanti verso la formazione di un nuovo governo, ritenendo “saggia” l’idea di una distribuzione equilibrata, con il 50% dei membri provenienti dal mondo politico e il restante 50% da settori esterni. Tuttavia, Wilders rimane costantemente insoddisfatto. “È ingiusto. Non ritengo che in una democrazia dovrebbe essere così”, ha affermato.

La possibilità del controverso leader anti-Islam, che vive sotto protezione della polizia dal 2004, di diventare primo ministro non è mai apparsa reale in questi mesi. Il rifiuto dei suoi partner di accettare alcune delle sue proposte più estreme lo aveva già costretto ad abbandonare misure anticonstitutionali, tra cui divieti di moschee, del Corano e di veli islamici, oltre a un referendum sulla “Nexit” per lasciare l’Ue. Tuttavia, Wilders non sembra abbandonare il suo sogno. “Con il sostegno di ancora più olandesi. Se non domani, allora dopodomani. La voce di milioni di olandesi sarà ascoltata! “, ha rivendicato in un altro post.

La direzione degli eventi politici e le figure destinate a guidare il nuovo governo restano ancora poco chiare. Dopo l’era Rutte, sembra che il prossimo governo olandese possa privilegiare un ruolo più simbolico per il primo ministro, con un maggior coinvolgimento del parlamento nel processo decisionale. Tuttavia, i dettagli di questa possibile nuova dinamica devono ancora essere definiti. L’orizzonte politico di Wilders e del Pvv è avvolto dall’incertezza, mentre il Paese si prepara ad una nuova fase di negoziati e ricerca di soluzioni.

Fonte : Today