Rafforzamento dell’architettura sanitaria globale, prevenzione e approccio one health. Saranno questi i temi principali di cui si discuterà il 10 e 11 ottobre ad Ancona, nel corso della riunione dei ministri della Salute del G7. Lo ha spiegato, intervenendo sul palco di Wired Health, l’evento di Wired dedicato all’innovazione nel mondo dell’healthcare, il ministro della Salute Orazio Schillaci.
“La prima questione riguarda la necessità di garantire l’universalità delle cure e prepararci a nuove emergenze”, ha spiegato l’esponente dell’esecutivo di centrodestra, “in un mondo interconnesso è importante sostenere gli stati più vulnerabili perché rafforzino i propri sistemi sanitari. Non penso solo alle grandi emergenze, ma anche a malattie che da noi sono debellate ma che altrove nel mondo rappresentano una minaccia seria”.
Il tema della prevenzione, ha proseguito, è invece strategico: “Non possiamo pensare che i sistemi sanitari possano essere sostenibili se non investiamo nella prevenzione. Attenzione, si tratta di un investimento, non di una spesa”. Si tratta, in altre parole, di “richiamare l’attenzione sui corretti stili di vita, a partire dall’accesso ad una corretta alimentazione, per prevenire malattie croniche ed oncologiche”.
L’approccio One Health, per il quale al ministero è stato istituito un apposito dipartimento, riguarda invece “la necessità di migliorare un approccio multidisciplinare che riduca il rischio di future emergenze legate all’inquinamento e alla perdita di biodiversità”. Ma anche da quell’urgenza, come l’ha definita Schillaci, rappresentata dall’antibioticoresistenza. “Provoca ogni anno in Europa 35mila morti, un terzo dei quali in Italia. Il consumo di antibiotici in ambito umano è ancora troppo elevato”.
Accesso alle cure
Se quella contro un uso eccessivo degli antibiotici è una battaglia innanzitutto culturale, quale può essere il ruolo delle tecnologie digitali per superare quelle differenze di accesso alle cure che esistono in Italia? “Il primo obiettivo”, la risposta del ministro, “è la telemedicina. Un aspetto fondamentale per rafforzare l’assistenza domiciliare e che rende più accessibili le cure a tutte gli italiani indipendentemente dal fatto che risiedano al Nord o al Sud, ma anche in una grande città o in un piccolo centro”. Per questo, nell’ambito della revisione del Pnrr, “abbiamo aumentato di 500 milioni i fondi per la telemedicina e di 250 quelli per l’assistenza domiciliare integrata”.
Soldi che serviranno anche a sostenere il portale per la telemedicina, che “presto sarà attivo”. Ma parlando di tecnologie digitali, fondamentale sarà il ruolo del fascicolo sanitario elettronico 2.0, “importante sia per i cittadini che avranno accesso alla propria storia clinica in formato digitale, ma anche per i sanitari, che avranno accesso a tutte le informazioni sui pazienti ed eviteranno di ripetere esami già effettuati”. E che i farmacisti potranno impiegare “per migliorare l’aderenza terapeutica dei pazienti”.
Fonte : Wired