Un composito gruppo di ricercatori di diverse università e istituti di ricerca ha scoperto una galassia contenente un buco nero dormiente di dimensioni davvero inaspettate: la sua massa sarebbe pari a circa il 40% di quella dell’intera galassia che lo ospita. I risultati dello studio sono ancora in attesa di essere sottoposti al processo di revisione fra pari (peer reviewing) e sono al momento disponibili su arXiv.
Quanto pesano i buchi neri
La massa dei buchi neri noti al momento varia da 3-4 volte a miliardi di volte quella del Sole. In base a questa caratteristica i buchi neri vengono tipicamente suddivisi in tre categorie: i buchi neri “stellari”, ossia formatisi dal collasso di una stella di massa pari o superiore a 20 volte quella del Sole, i buchi neri di massa intermedia e quelli supermassicci. Il buco nero più massiccio in assoluto (che non è quello appena scoperto), si chiama Ton 618, ed ha una massa pari a 66 miliardi di volte quella del Sole.
Tipicamente, si legge su Space.com, anche i buchi neri di grandi dimensioni non raggiungono l’1% della massa della galassia che li ospita. Per fare un esempio, Sagittarius A*, il buco nero super massiccio che si trova al centro della via Lattea, ha una massa pari a circa 4 milioni di volte quella del Sole. La Via Lattea, scrive la Nasa, ha invece una massa pari a circa 1,5 x1012 volte quella del Sole.
Il buco nero gigante
Il buco nero appena scoperto sembrerebbe quindi un’eccezione dal punto di vista del rapporto fra la sua massa e quella della galassia all’interno della quale si trova. Le osservazioni incluse nel recente studio si basano su dati raccolti dalla NirCam e dal NirSpec multi-object mode del James Webb Space Telescope.
“È uno dei buchi neri a più bassa luminosità che vediamo”, spiega in una news di News Scientist Ignas Juodžbalis, primo autore dello studio e ricercatore presso il Kavli Institute for Cosmology dell’Università di Cambridge (Regno Unito). Si tratterebbe infatti di un buco nero dormiente, ossia che emette bassi livelli di raggi X poiché non consuma attivamente materia, o la consuma ad un ritmo molto più lento rispetto ai buchi neri attivi. La domanda è come possa essersi formato. Un’ipotesi, riferisce Juodžbalis a News Scientist, è che derivi dalla fusione della galassia che lo ospita con un’altra, che ne avrebbe alimentato l’accrescimento.
Fonte : Wired