Oltre cento le persone in difficoltà già aiutate attraverso un’iniziativa in cui i cattolici coinvolgono anche molti musulmani, indù e buddhisti. Il direttore esecutivo Sebastian Rozario: “Un progetto in qualche modo unico, proprio perché sostenuto interamente da donatori locali. Una mano tesa non dall’abbondanza ma condividendo ciò che serve alle necessità quotidiane”.
Dhaka (AsiaNews) – “Il fuoco ha bruciato la mia unica casa e per due mesi sono rimasto sulla veranda delle case degli altri. Caritas Bangladesh ha riparato la mia casa. Ora posso stare a casa mia”. Così Elizabeth Rozario, una donna cattolica di 73 anni della parrocchia di Nagori, a Gazipur, racconta la sua vita ritrovata.
La musulmana Limya Akter, 17 anni, ha invece ottenuto del denaro per iscriversi all’università. “I miei genitori non avevano un lavoro, allora ho chiesto soldi alla Caritas e loro mi hanno aiutato per l’ammissione al college”, racconta ad AsiaNews. Un altro musulmano, Manik Miha, 53 anni, ringrazia per il sostegno finanziario ricevuto per curarsi per una malattia ai reni. “Nessuno dei miei parenti poteva aiutarmi, ma la Caritas Bangladesh non mi ha chiuso la mano. Grazie a i soldi per le mie cure ora sto meglio”, ha raccontato Miha.
Quelle di Manik, Limya ed Elizabeth, sono solo alcune delle storie delle oltre cento persone povere aiutate da Caritas Bagnladesh attraverso la campagna quaresimale Teg O Sbeha Abhijan (Sacrificio e servizio). Nata nel 1980 è scandita quest’anno dal tema “Rispondere alla chiamata dell’Onnipotente, stare al fianco delle persone in difficoltà” e proseguirà anche nel tempo di Pasqua fino al 31 maggio. A essere mobilitate sono tutte le diocesi cattoliche del Paese che la scorsa domenica hanno celebrato la domenica della Caritas. Anche leader religiosi di altre confessioni cristiane, musulmani, indù e buddhisti, stanno promuovendo questa campagna che lo scorso anno ha raccolto 6.448.940 taka (oltre 53mila euro ndr) distribuendo a oltre 100 persone bisognose istruzione, cure e altre forme di aiuto.
“La Caritas del Bangladesh non si limita a servire le persone in difficoltà raccogliendo donazioni dall’estero, ma raccoglie anche denaro dai membri del suo staff, dai partecipanti ai progetti e dagli studenti per le opere umanitarie a favore dei bisognosi. Teg O Sbeha Abhijan è un progetto in qualche modo unico, proprio perché sostenuto interamente da donatori locali”, spiega Sebastian Rozario, direttore esecutivo di Caritas Bangladesh. I cristiani offrono il proprio denaro come parte del sacrificio della Quaresima ma incoraggiano anche persone di altre fedi a fare lo stesso per servire i bisognosi.
Per promuovere l’iniziativa Caritas Bangladesh distribuisce scatole per le donazioni, adesivi, buste, poster, volantini, con l’obiettivo di raggiungere tutti. Ma come spiega ad AsiaNews Chayon Hubert Reberio, coordinatore del progetto, anche i membri dello staff donano volentieri lo stipendio di un giorno e gli stessi beneficiari dei progetti sono a loro volta motivati a donare.
“Ci rivolgiamo a tutti, indipendentemente dalla casta e dal credo, ricordando gli obblighi verso i poveri e i membri svantaggiati della società. Vogliamo incoraggiare gli individui a tendere una mano ai bisognosi e ai diseredati, non dalla loro abbondanza ma dalle loro necessità quotidiane, esprimendo così solidarietà nei loro confronti”, ha dichiarato Reberio ad AsiaNews.
Anche i fedeli di altre religioni ammirano l’iniziativa. “Se uno cerca qualcosa da Allah donando, poi lo riceve. Penso che tutti noi dovremmo partecipare a iniziative di beneficenza come quella di Caritas Bangladesh”, ha commentato Maulana Majharul Islam, guida della preghiera nella moschea Ambar Shah a Kawran Bazar di Dhaka, presente come ospite speciale alla domenica della Caritas.
Fonte : Asia