Dopo sei settimane di ispezioni e verifiche a seguito dell’incidente del 5 gennaio scorso, quando poco dopo il decollo si è staccato un portellone d’emergenza di un Boeing modello 737 Max su un volo dell’Alaska Airlines, arrivano i primi risultati dell’indagine sul costruttore americano avviata dalla Federal aviation administration statunitense (Faa). Non sono confortanti. Ad anticipare quanto raccolto dall’ente federale dell’aviazione statunitense è il New York Times: la compagnia non avrebbe superato 33 verifiche su 89.
In tutto sono stati registrati “97 casi di presunta non conformità” durante il processo di fabbricazione dei 737 Max, il più comune velivolo a corridoio singolo di Boeing. Va però precisato che le indagini sono ancora in corso e che la stessa Federal aviation administration non ha confermato quanto trapelato sui media, precisando che non verrà fornito alcun documento sui controlli effettuati.
Il Boeing 737 Max è un modello di aeroplano a fusoliera stretta, in servizio dal 2017, prodotto dalla statunitense Boeing. Sostituisce il Boeing 737 Next Generation e rappresenta la quarta generazione del Boeing 737: ogni anno trasporta milioni di passeggeri nel mondo. Secondo quanto riportato dal New York Times, l’agenzia per la sicurezza aerea Usa non si è limitata a verificare il rispetto degli standard di qualità negli stabilimenti Boeing, ma ha anche condotto tredici controlli su Spirit AeroSystems, la società fornitrice che produce la fusoliera del 737 Max: sette di questi hanno dato risultati negativi.
La tessera magnetica e il sapone per i piatti
Cosa è emerso dai test? Durante le verifiche, l’ente federale dell’aviazione statunitense ha osservato come i meccanici della Spirit (con sede a Wichita, nello stato del Kansas) in un caso abbiano utilizzato “una banale tessera magnetica, una di quelle che si usano per le stanze di un hotel, per controllare la guarnizione di un portellone” del Boeing 737 Max. In un altro caso, gli stessi meccanici avrebbero usato “il detergente liquido per i piatti Dawn come lubrificante nel montaggio del portellone”, per poi “ripulire la guarnizione con un panno bagnato”. Tutto in contrasto con le corrette regole procedurali e di sicurezza.
Le indagini sul portellone esploso
Intanto proseguono anche le indagini sul portellone esploso: anche il dipartimento di giustizia americano si sarebbe mosso in sede penale, contattando i passeggeri e l’equipaggio del volo. Emerge come Alaska Airlines fece volare il Boeing 737 Max 9 nonostante il giorno prima ingegneri e tecnici della compagnia avessero espresso la loro preoccupazione per le crescenti evidenze di “un problema”, tanto da voler togliere il velivolo dal servizio per una manutenzione la sera dopo.
Il New York Times riferisce come la società alla fine decise invece di tenerlo operativo: doveva completare tre voli, di cui l’ultimo a Portland, Oregon, dove c’era una delle strutture di manutenzione della compagnia. Prima che potesse completare il piano, però, un portellone di emergenza esplose in volo pochi minuti dopo il decollo del secondo volo, costringendo l’aereo a un atterraggio di emergenza.
Fonte : Today