La siccità prosciuga la Sicilia: dichiarato stato di crisi idrica per 3 milioni di persone

La siccità continua a insistere sulla Sicilia. Nonostante le recenti piogge, l’acqua disponibile nell’isola continua a diminuire e la Giunta regionale, su proposta del presidente della Regione Renato Schifani, ha risposto alla situazione approvando lo “stato di crisi e di emergenza nel settore idrico potabile” fino al 31 dicembre 2024. Le province coinvolte sono sei per oltre tre milioni di persone: Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina Palermo e Trapani. In più, Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, è stato nominato commissario delegato con l’incarico di “individuare e attuare tutte le misure necessarie per superare la fase più critica”.

Cosa cambia con lo stato di crisi per la siccità in 6 province siciliane

Il provvedimento della giunta regionale arriva dopo le condizioni di siccità persistente che ha ridotto la disponibilità di acqua negli invasi siciliani. Il 2023, infatti, è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo e anche i primi mesi del 2024, tra temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato la tendenza. A febbraio 2024 il governo regionale aveva dichiarato lo stato di crisi idrica sia per il settore irriguo sia per la zootecnia.

Il neo commissario dovrà, tra le altre cose, portare avanti una serie di iniziative urgenti. Si agirà sul risparmio di acqua potabile, tramite la riduzione dei prelievi e l’elaborazione di programmi di riduzione dei consumi, promuovendo strategie di risparmio. Tramite innovazioni tecnologiche – non specificate – e campagne di sensibilizzazione si ridurranno i consumi delle utenze per aumentare l’acqua disponibile. Verranno anche individuate “soluzioni per il reperimento di nuove risorse idriche a uso potabile”, anche ricercando pozzi e sorgenti, e tramite “l’uso dei volumi morti negli invasi e l’interconnessione invasi”.

In Sicilia piove ma non basta: arrivano i razionamenti

Le piogge degli ultimi giorni in Sicilia hanno dato del sollievo al territorio colpito da siccità ma non è abbastanza per “recuperare il pesante deficit pluviometrico accumulato nei mesi precedenti”, come indicato dal Servizio agrometeorologico siciliano. Ecco perché l’acqua continua a scarseggiare nella maggior parte degli invasi Dopo un buon inizio del mese di marzo, che “ha determinato ulteriori buoni apporti specie sul settore occidentale e sul settore tirrenico”, adesso si attende di capire se le prossime perturbazioni, per ora dall’esito incerto, consentiranno “un ulteriore e più significativo recupero che porti benefici anche alle riserve nei corpi idrici sotterranei e superficiali”. 

E così sono arrivati i razionamenti a Palermo, Trapani, Caltanissetta, Agrigento ed Enna. Da settimane i comuni in cui è stata razionata l’acqua sono 160 su 391. A Caltanissetta molte famiglie sono costrette ad acquistare l’acqua perché razionata. Ma il rischio siccità è troppo alto, dal momento che la Sicilia “è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in ‘zona rossa’ per carenza di risorse idriche in compagnia di Marocco ed Algeria”.

Grafico con la media delle piogge in Sicilia che mostra la siccità nelle province dell'isolaCome si legge nell’ultima relazione climatica del Dipartimento dell’Agricoltura della Regione siciliana la situazione climatica attuale è particolarmente “severa e a meno che non arrivino abbondantissime precipitazioni primaverili è destinata a peggiorare con conseguenze devastanti per tutta l’agricoltura siciliana in primis gli allevamenti zootecnici, il grano duro e tutte le colture ortive e arboree (agrumi, fruttiferi, vite e olivo) che dovranno fare i conti con l’assenza di riserve idriche nel terreno, nei pozzi, nei laghetti aziendali e nelle dighe”.

La situazione è definita “straordinaria” e “ricorda il 1990 e quella del 2002”, quando intervenne la Protezione civile per il foraggio, l’acqua negli allevamenti e la “rottamazione dei bovini”. “La gravità della situazione odierna è complicata dalla mancanza totale di pascoli verdi congiunta alla carenza di fieno (lievitato nel frattempo dal prezzo ordinario di 30 euro/ballone fino a 150) poiché lo scorso mese di maggio l’eccesso di precipitazioni ne ha compromesso quantità e qualità; qualora venga somministrato si compromette la salute degli animali”.

Fonte : Today