Spesso i destival confermano ed elevano narrazioni già esistenti ma nel caso del Festival del Made in Italy, che debutterà a Milano il 23 marzo prossimo al Talent Garden Calabiana, l’obiettivo dichiarato è quello di “cambiare il racconto” su artigianato e manifattura italiana rendendolo più coerente con i cambiamenti che lo hanno investito in chiave tecnologica ma anche più stimolante nell’immaginario della platea giovanile.
Così emerge dalla presentazione odierna dell’evento, svelato a Milano presso Palazzo Marino (il Comune di Milano è uno dei partner istituzionali). L’obiettivo della manifestazione, di cui Wired è media partner, è quello di avvicinare i giovani allo sfaccettato universo del made in Italy, per accrescere la consapevolezza sulle opportunità occupazionali di comparti come moda, cucina, design, automotive, tanto più in una stagione dove sono sempre più noti i rischi di un mancato ricambio generazionale. In quest’ottica il Festival vuole fare sensibilizzazione, ma in una modalità più esperienziale.
Report e dati sul tema delle vacancies non mancano di certo, ma il Festival del Made in Italy punta su laboratori, simulatori, esperienze in virtual reality, degustazioni di prodotti tipici, incontri con aziende e keynote speech, per far capire al suo target -studenti delle scuole superiori e laureandi- che lavorare nell’artigianato e nella manifattura significa entrare in settori che da un lato sono forti di una tradizione di lungo corso, dall’altro sono protagonisti di un cambiamento fisiologico in nome della trasformazione digitale.
Il Festival dovrebbe anche far capire, come sottolineato al lancio dall’assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello, che il concetto di Made in Italy non si esaurisce nei grandi nomi, nei baluardi che tutti riconoscono in patria e all’estero, ma è soprattutto un discorso di filiera ed è proprio nelle pieghe di queste, a vari livelli, che maturano i cambiamenti e le opportunità lavorative.
A illustrare gli scopi del Festival anche i fondatori di Eccellenza Italiana, Giovanni Brocca e Lorenzo D’Onofrio. Il contenitore editoriale, che si occupa della creazione di contenuti multiformato al fine (anche) di promuovere i brand che personificano questa eccellenza, promuove la manifestazione e funge, più in generale, da community per chi si interessa del patrimonio culturale, manifatturiero, culturale, paesaggistico nazionale.
Fonte : Wired