L’Italia è “sul podio europeo per gli investimenti pubblici nell’intelligenza artificiale”. A dirlo è Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione, che nell’ambito dell’evento L’intelligenza artificiale per l’Italia svoltosi martedì 12 marzo a Roma, ha fornito qualche anticipazione della Strategia nazionale per l’AI che il Comitato da lui nominato è stato incaricato di elaborare. Si tratta di un documento che Palazzo Chigi dovrà utilizzare per scrivere, entro fine mese, un decreto legge.
La strategia
La presidenza del Consiglio sarà investita “dell’alta responsabilità politica in materia di AI, che riguarda sicurezza nazionale e interessi strategici” e, quindi, anche la normativa sul golden power, che stabilisce l’esercizio dei poteri nei comparti della sicurezza e della difesa. Ambiti, questi ultimi, esclusi dall’AI Act, che dopo il voto del Parlamento europeo previsto per mercoledì 13 marzo sarà la prima legge al mondo a regolare in maniera integrale lo sviluppo di questa tecnologia. Al dipartimento per la Trasformazione digitale, poi, sarà affidato il compito di “valutare collegialmente” le scelte della presidenza del Consiglio.
Il tutto si dovrà svolgere con il supporto di un’agenzia pubblica (e non un’autorità indipendente) la quale, in linea con i principi enunciati dal regolamento europep, avrà anche “funzioni di vigilanza e sanzionatorie”.
In conclusione, il sottosegretario rende conto degli organi che dovranno finanziare il processo di attuazione della strategia. Si pensa a una fondazione e all’impiego di risorse “attraverso un sistema in grado di promuovere ricerca e sviluppo” e di finanziare startup e imprese ad alta tecnologia che presentino “i progetti più innovativi”. Non viene annunciato l’ammontare di queste risorse, ma martedì 12 marzo lo stesso Butti ha fatto riferimento su Repubblica a un investimento tra i seicento e gli ottocento milioni di euro, confermando i numeri già circolati da tempo. Di grande importanza nello sviluppo di un’AI nazionale sarà il coinvolgimento del mondo dell’istruzione, dove sarà necessario “intercettare talenti creativi sin dall’età scolare” impedendo che siano costretti a emigrare per esprimere le loro potenzialità.
Fonte : Wired