I climatologi non prevedono precipitazioni significative fino a maggio e già il mese scorso il clima è stato molto secco a causa dell’impatto di El Niño nella regione dell’Asia-Pacifico a fine 2023. I funzionari hanno esortato la popolazione a utilizzare l’acqua con parsimonia.
Colombo (AsiaNews) – Nello Sri Lanka cresce il rischio di una crisi idrica a causa del clima secco sperimentato nelle ultime settimane. Se da una parte la popolazione ha iniziato a consumare più acqua su consiglio dei funzionari della sanità, il National Water Supply and Drainage Board ha esortato a usare la risorsa con parsimonia perché secondo il dipartimento di meteorologia le precipitazioni potrebbero tardare fino a maggio di quest’anno.
Diverse autorità locali hanno richiesto la costruzione di pozzi per attingere alle acque sotterranee. Alcune aree, come Gampaha e Kalutara nella provincia occidentale, e Kilinochchi e Mullaitivu nella provincia settentrionale, stanno già affrontando carenze idriche.
Secondo Neil Leelarathna, coordinatore del Water Supply Professionals Trade Union Alliance, “lo Sri Lanka sta faticando a gestire le proprie risorse idriche con la crescente domanda di acqua per la produzione di elettricità, l’agricoltura e gli usi potabili. Per questo è necessario usare l’acqua con parsimonia”.
I climatologi Dinusha Wijeratna e Sajith Tennakoon, attualmente residenti in Australia, hanno spiegato ad AsiaNews che “tra il 2016 e il 2017, quando El Niño aveva investito lo Sri Lanka, oltre due milioni di persone erano state colpite da una siccità, con 19 distretti su 25 in grave sofferenza. Due stagioni di raccolto erano andate perdute. A causa dell’impatto di El Niño alla fine del 2023 nella regione Asia-Pacifico, in Sri Lanka le conseguenze si faranno sentire da gennaio a maggio di quest’anno, e avranno un impatto diretto sulle comunità”.
“Circa il 35,6% degli abitanti dello Sri Lanka – hanno proseguito gli esperti – sono vulnerabili alla scarsità d’acqua, il che aggrava l’impatto di questa crisi dalle molte sfaccettature. Secondo le previsioni della FAO e del Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite, la siccità farà aumentare l’insicurezza alimentare verso l’ultima parte dell’anno”.
Gli accademici Sampath Malalasekera e Nishantha Senanayaka sostengono che “l’acqua è al centro del modo di vivere in Sri Lanka, dove i villaggi e le comunità si sono sviluppati attorno alle fonti d’acqua. Nella maggior parte delle aree rurali sono fiorite civiltà legate all’acqua con metodi efficienti ed equi di gestione delle risorse da cui dipendevano la comunità e i mezzi di sussistenza. Invece oggi circa un terzo della popolazione è vulnerabile alla scarsità d’acqua, in particolare coloro che vivono nella zona secca”.
Lo Sri Lanka si colloca molto in alto nell’indice di rischio climatico globale. Secondo i dati della FAO, lo Sri Lanka è attualmente sottoposto a uno stress idrico del 90,8%: significa che il consumo di acqua è pari al 90,8% delle risorse di acqua dolce disponibili.
Secondo i funzionari del National Water Supply and Drainage Board, l’anno scorso, “è stata distribuita acqua a 55mila famiglie in 52 aree del Segretariato divisionale, a causa del clima secco. Allo stesso modo, anche quest’anno, diverse province saranno colpite negativamente e le persone potrebbero dover percorrere lunghe distanze in cerca di acqua per cucinare e bere”.
Poiché i livelli dell’acqua sono diminuiti, in particolare quelli nei fiumi Kelaniya e Kalu Ganga, anche la qualità dell’acqua è peggiorata, sottolineano ancora gli esperti, perché l’acqua di mare entra e aumenta la salinità dell’acqua del fiume. Inoltre, quando i livelli d’acqua scendono, nei serbatoi cominciano a formarsi e i sedimenti si mescolano con l’acqua potabile portando a problemi di salute.
Fonte : Asia