Horror, le voci del nuovo cinema italiano

La scena del nuovo cinema horror italiano è ricca e diversificata. C’è tutta una serie di filoni ed è complicato creare una mappatura di alcuni degli esempi più significativi dagli anni ’80 e ’90 – quando tutto è iniziato- a oggi. Se è relativamente semplice sistematizzare i film che possono contare su una produzione importante e su una buona distribuzione, è arduo inquadrare molti altri film, spesso di grande qualità, ma rari se non invisibili. Da un lato ci sono i nomi più noti del nuovo horror italiano di oggi, da Roberto De Feo a Luna Gualano a Federico Zampaglione, dall’altro autori e di opere seminali di ieri, ancora da recuperare e valorizzare.

Vhs Generation

In tal senso è meritorio il lavoro di Paolo Fazzini, regista di Mad in Italy, ideatore del progetto “Vhs Generation”, che comprende due dvd dedicati ai cortometraggi indipendenti realizzati negli anni ’90 e ’90.

Quella di Vhs Generation è un po’ un’operazione nostalgia”, spiega Fazzini. “Già alla fine degli anni ’80 e nei primi anni ’90 avevo contatti con filmmaker e amatori che facevano cortometraggi in giro per l’Italia. Allora ci si scriveva e si scambiavano film, che a quel tempo erano introvabili. Purtroppo, anche oggi, nell’era dei social, molte cose rischiano di andar perse. Erano corti o lunghi, che per quanto imperfetti e sgangherati, amatoriali, erano molto sinceri. Oggi non sempre è così”.

Cercare di individuare dei percorsi che uniscano le poetiche dei registi più pionieriestici non è semplice. Spesso ha prevalso un lavoro una ricerca individuale. “Tra i registi degli anni ’80 e ‘90 non c’era un comun denominatore”, osserva Fazzini, che ora per il progetto Vhs Generation ora si è spostato sul recupero di alcuni lungometraggi mai usciti in dvd, come Dorme, il primo film di Eros Puglielli, girato in vhs nei primi 2000. “Tutti noi cercavamo di ripetere quello che vedevamo nei film, ma facendolo anche proprio. Noi, per esempio, facevamo degli horror arricchiti con musica rap. Giovanni Polesello si ispirava alla cultura underground. Era tutto molto istintivo, nulla di ragionato. Molti registi venivano dal nord, e soprattutto da Torino, come Max Della Mora e Giovanni Arduino. Nel volume 2 di Vhs Generation, ad esempio, ci sono Giovanni Arduino e Andrea Lioy, con My lovely burnt brother, che è un lungometraggio che non si trova da nessuna parte. Un elemento che riuniva molto, anche a distanza, erano le fanzine di cinema di genere, da Alienante a Gorezilla. Nel primo volume dei dvd Vhs Generation ho pubblicato il B Movie Horror Club di Latino Pellegrini, la prima videofanzine realizzata in Italia, in vhs, con interviste a registi famosi, da Fulci, a Soavi, a Romero, incontrati nei festival”.

Affinità elettive

Nondimeno, nel mondo del nuovo horror qualche punto di contatto si trova: vari registi prediligono le questioni di stile e riprendono elementi del linguaggio dei maestri. Fabrizio Spurio, autore di Gemini e di Cripte, si ispira a Dario Argento e rendono omaggio ai film di Argento anche certe atmosfere dei film di Silvana Zancolò, come La radice del male. Invece Luigi De Conti, autore di Presenze dal profondo, Carnia Tour (Detour Redux) e Vampire Surprise, cita spesso James Cameron e John Carpenter.

Fonte : Wired