La prova del MacBook Air M3: Apple si prepara per l’intelligenza artificiale su computer

“Il miglior computer consumer per l’Intelligenza artificiale”, si legge nelle note di presentazione del nuovo MacBook Air M3. È la prima volta che Apple sceglie di adeguarsi all’espressione più diffusa, senza ricorrere al più tecnico “Machine Learning”: segno che i tempi stanno per cambiare anche a Cupertino. In attesa dei nuovi sistemi operativi, che integreranno – pare – innovative funzioni di AI generativa su tutta la linea di prodotti, il portatile appena presentato pianta intanto una simbolica bandierina nell’hardware. 

Proseguendo la linea della difesa della privacy, Apple scommette sull’elaborazione on site: per avere il meglio dell’IA generativa, insomma, non sarà necessario trasferire dati sui server di OpenAI o di Google (e nemmeno di Apple), ma si potrà fare quasi tutto sul computer. Dal punto di vista delle performance non c’è ancora un vero vantaggio, ma per privati e aziende la tranquillità di non condividere informazioni riservate è un argomento decisivo. 

Così il chip M3, che è la sola novità di rilievo introdotta in questa generazione di MacBook Air, include un Neural Engine a 16 core, oltre ad acceleratori nella CPU e nella GPU progettati proprio per rendere più veloce il machine learning. Di cui già oggi fanno uso diverse applicazioni, come Aiko, Freechat, Pixelmator Pro, Draw Things, Mochi Diffusion. 

Due immagini realizzate su MacBook Air con Draw Things: quella di sinistra, su M2, è stata creata con M2 in 2’35”, l'altra su M3 in 1’06”

Neural Engine

Negli ultimi anni Apple ha implementato sempre più funzioni che utilizzano in qualche modo il motore neurale, come il riconoscimento di oggetti nelle foto, la sfocatura dello sfondo di FaceTime, il riconoscimento del testo in tempo reale. Il primo processore con un Neural engine dedicato è stato l’A11 Bionic dell’iPhone X: basato su tecnologia a 10 nanometri, era capace di 600 miliardi di operazioni al secondo; l’A17 Pro dell’iPhone 15 arriva a 35.000 miliardi (35 TOPS). Il chip M3, che è derivato dall’A17 Pro e basato sulla stessa tecnologia a 3 nanometri, arriva a 18 TOPS, contro i 15,8 TOPS dell’M2. Le differenze di architettura, però, compensano ampiamente i numeri: i Mac sono in grado di trasferire alla GPU una parte di elaborazione maggiore rispetto a quella di un iPhone, il che significa che il Neural Engine non richiede la stessa potenza per arrivare agli stessi risultati.

Intelligenza quotidiana

Dalla teoria passiamo alla pratica, e il risultato è chiaro: con tre diversi software, in tre diversi ambiti di utilizzo dell’IA, il MacBook Air è risultato in media due volte più veloce dell’M2. Il MacBook Air M3 oggetto della prova ha 8 GB di Ram e 256 GB di archiviazione, mentre il MacBook Air M2 utilizzato per il confronto ha 16 GB di ram e 1 TB di spazio di archiviazione. I test son ostati effettuati disattivando la connessione internet e con alimentazione a batteria. 

Partiamo con Aiko, utilissimo programma di trascrizione da file audio a testo: per elaborare un file di 56 minuti di parlato con l’M3 ci sono voluti  4’28”, contro i 9’58” del MacBook Air M2. Passiamo a Draw Things, software di creazione immagini da testo, che abbiamo usato con il modello Stable Diffusion 2: per generare un’illustrazione quadrata da 768 pixel partendo da un prompt piuttosto semplice, il nuovo portatile di Apple ci ha messo circa 1’06”, contro i 2’35” del MacBook Air M2.  Anche con FreeChat, una versione di AI conversazionale basata su Synthia 7b 1.5, le risposte sono più veloci.

Tutti questi software hanno in comune l’utilizzo di modelli di AI direttamente sul computer: ma saranno sempre più numerosi, e già oggi vale almeno la pena di provare Fotor e Luminar Neo, due eccellenti editor di foto. È sbagliato però pensare che l’IA in locale sia appannaggio di applicazioni per professionisti, la impiegano anche word processor e fogli di calcolo.

Grafica e design

Per il resto, grande spinta alla grafica: anche se il MacBook Air non è un computer pensato per il mercato professionale (per quello c’è appunto il Pro), il chip M3 che monta offre comunque Dynamic caching, decoder AV1, ray tracing e mesh shading accelerati via hardware. Quindi, se pure non sarà utilizzato per Final Cut Pro, il vantaggio è evidente nei giochi, che scorrono con un framerate più elevato e un dettaglio maggiore. Da notare qui, sempre a proposito della grafica, che ora il MacBook Air supporta due monitor esterni anziché uno, a patto però che il computer sia chiuso e non venga utilizzato il display integrato. 

Tra le poche altre novità vale la pena di ricordare la compatibilità con il Wi-Fi 6E, due volte più veloce del Wi-Fi 6 (ma nel frattempo è già arrivato il Wi-Fi 7) e il sistema a tre microfoni che permette di catturare voce e suoni più chiaramente. 

Anche se design, dimensioni e peso rimangono invariati rispetto al modello con chip M2, il colore Midnight (un blu molto scuro) adotta ora un sistema di anodizzazione che rende meno visibili le impronte. E funziona.

Ci piace

  • Il nuovo processore
  • La durata della batteria
  • La finitura anodizzata Midnight che finalmente non si sporca solo a guardarla

Non ci piace

  • Il modello base parte da 8 GB di Ram: troppo pochi
  • Per chi ha un MacBook Air M2 l’incremento di prestazioni non giustifica un nuovo acquisto
  • Non sono ancora molte le applicazioni che sfruttano al meglio le possibilità del chip M3

In fine

Il MacBook Air M2 rimane in catalogo, nel solo modello base da 13 pollici, a 100 euro in meno dell’M3. Se non c’è la necessità assoluta di risparmiare, non esiste alcun motivo per preferirlo al modello nuovo (e se invece c’è, meglio comprarlo usato o ricondizionato, rimane un eccellente laptop). Il MacBook Air M3, invece, prosegue la tradizione dei Mac solidi, belli da vedere, facili da usare. Il prezzo non è basso ma nemmeno esagerato, visto che si tratta di un computer pronto per il futuro che è già dietro l’angolo; proprio per questo, meglio dimenticare il modello base con 8 GB di Ram e puntare direttamente su quello con 16 GB di Ram e 512 GB di spazio di archiviazione. È a listino a 1.809 e 2.109 euro, rispettivamente per il modello da 13 e da 15 pollici, e nella confezione c’è pure l’alimentatore da 35 Watt con due porte USB-C. Tra i non professionisti, sono pochissimi quelli che davvero avranno bisogno di un computer più potente, più sottile, con una batteria che dura di più (18 ore), con uno schermo migliore, una tastiera più precisa. Il MacBook Air M3 è consigliato per tutti, e specialmente per chi ha ancora un Mac Intel: il miglioramento di prestazioni è epocale.

Fonte : Repubblica