«È un modo per dire: fermatevi, state insieme. Non parlate, respirate e basta e sentite l’uno la presenza dell’altro». Eddie Vedder ha spiegato così una delle canzoni più belle dei Pearl Jam, Just Breathe in cui ha provato a descrivere con sole due parole la vita di tutti i problemi, la voglia di andare avanti anche quando tutto sembra andare in senso contrario. Le parole sono due, “just” e “breathe”, “respira soltanto” appoggiate ad un giro di chitarra di Mike McCready, secondo Eddie Vedder la cosa più vicina ad una canzone d’amore che i Pearl Jam abbiano mai fatto. Just Breathe esce il 31 ottobre 2009 come secondo singolo dall’album Backspacer e arriva al numero sei nella classifica Alternative Airplay di Billboard e diventa una delle canzoni più amate dai fan.
L’origine di Just Breathe è la ricerca interiore che Eddie Vedder ha fatto per la colonna sonora di Into the Wild del 2007, il film di Sean Penn che racconta la storia di Christopher McCandless, il giovane ragazzo idealista con una carriera promettente davanti che lascia tutto, rifiuta il sistema e la società americana basata sul profitto e sul successo e si rifugia nelle foreste dell’Alaska andando incontro ad un tragico destino. «Mi sono identificato moltissimo con lui» ha detto Eddie Vedder che scrive una colonna sonora profonda e intensa, canzoni potenti e cariche di sentimento con la sua voce in primo piano e una accompagnamento spesso acustico.
Durante quelle session, Eddie Vedder scrive un brano strumentale intitolato Toulumne e poi un testo che è una riflessione sull’esperienza umana e la sua fragilità. «Mi sono venute in mente delle parole che mi hanno colpito, ho preso la chitarra e le ho accompagnate con un paio di accordi e ho scritto una canzone molto più breve di quelle che di solito fanno i Pearl Jam». In studio durante le registrazioni di Backspacer c’è il produttore Brendan O’Brien che aiuta la band a lavorare in modo molto collaborativo: «Brendan ascoltava tutto in modo oggettivo e poi ci diceva in che direzione andare. Non eravamo assolutamente così malleabili dieci anni prima» ha detto Eddie Vedder, «Una delle cose positive di crescere e invecchiare è che andando avanti con gli anni accetti molto di più le proposte degli altri. Non pensi più di dover sempre dimostrare qualcosa».
Fonte : Virgin Radio