Nonostante Ricky Stanicky sia un film di escapismo totale, che venderebbe sua madre per una battutaccia e che quando non vuole far ridere affoga tutto in una melassa fastidiosa, dietro c’è qualcosa. E quel qualcosa, c’è da stupirsi a scriverlo, va attribuita a John Cena che già aveva mostrato una buona versatilità nella serie Peacemaker. La maniera in cui interpreta Stanicky consente il salto in avanti. Questo personaggio è un disperato che mette tutto in questa interpretazione per cambiare vita, sembra non temere mai di essere scoperto (cosa che invece terrorizza gli amici e fa ridere noi) ma Cena lo interpreta con un tale desiderio di cambiare, una tale voglia di essere migliore, di conquistare una purificazione e un’altra vita, reale, stabile, onesta e addirittura sentimentale, che è contagioso. Fa ridere, certo, ma c’è una grandissima umanità negli occhi di John Cena che esprime un continuo entusiasmo per un’impresa che è convinto riuscirà. Non è difficile finire anche noi a desiderarlo.
E forse, proprio in questo filmettino divertente da piattaforma, c’è uno dei molti segreti del cinema tutto. Cioè è espressa l’idea che le bugie che ci raccontiamo non finiscono nel vuoto, le bugie creano una realtà finta che alle volte influenza quella vera, hanno un effetto su di noi e si può finire a crederci così tanto da farle avverare. È quello che capita a questo attore che a un certo punto desidera non solo interpretare Ricky, ma proprio essere Ricky per sempre, ed è quello che capita alle volte con i film migliori, che sono falsità, bugie, storie inventate ma dentro hanno qualcosa di così vero che ci colpisce e, nei casi migliori, fa venire voglia di essere diversi, più simili a quel che si è visto.
Fonte : Wired