La santona Gisella Cardia per la diocesi di Civita Castellana ha fornito dichiarazioni incomplete e contraddittorie e i messaggi hanno numerosi errori teologici. Con il verdetto definitivo il vescovo Marco Salvi dice che le apparizioni di Trevignano Romano sono false e impone divieti.
Maria Giuseppa Scarpulla e Gianni Cardia il 3 marzo 2024
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Maria Giuseppa Scarpulla non ha riferito alla Commissione della diocesi di Civita Castellana alcuni dettagli di cui ha parlato nelle trasmissioni televisive, lasciando lacune nella sua testimonianza. I fantomatici “messaggi celesti” contengono numerosi errori teologici, in alcuni casi vanno contro le Sacre Scritture e la Chiesa cattolica stessa. Dalle sue dichiarazioni emergono delle forti contraddizioni sia con affermazioni fatte da lei stessa, che rispetto alle dichiarazioni dell’ex vescovo Romano Rossi e di testimoni esterni. Scarpulla, si legge nel ‘decreto Trevignano’ firmato oggi dal vescovo Marco Salvi “prima nega di comprendere i messaggi, spiegando di limitarsi a trascriverli senza interpretarli, poi ne dà una spiegazione, per “superare le critiche oggettive di bizzarria e non conformità alla fede cattolica”.
L’ex vescovo Romano Rossi ha negato che la statua della Madonna di Scarpulla abbia lacrimato tra le sue mani. Don Gabriel Gabati, parroco di Trevignano Romano all’inizio dei fenomeni, ha sempre fatto presente che “i coniugi Cardia hanno creato divisione tra i fedeli” e “una situazione di scandalo per la fede di molti credenti”. Una divisione che, dichiara il vescovo Salvi ha formato un “piccolo resto tipico dei fenomeni settari e non frutto dello Spirito, che spinge verso l’unità”.
I divieti imposti dal vescovo Marco Salvi
Il vescovo Marco Salvi nel decreto dopo il verdetto definitivo di “Costat de non supernaturalitate” impone:
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- Divieto ai sacerdoti: di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale di connettere entrambi in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano, sia nei terreni di propiretà dell’associazione ‘Madonna di Trevignano Ets’, che in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali. Ai sacerdoti è vietato di recarsi nel luogo dell’apparizione, alimentando nei fedeli l’idea che ci sia un qualche riconoscimento ecclesiale.
- Impone a Maria Giuseppa Scarpulla e al marito Gianni Cardia e alle persone coinvolte negli eventi di Trevignano Romano il rispetto e l’adesione alle decisioni del vescovo diocesano e la disponibilità di compiere un percorso di purificazione e discernimento, che promuova l’unità ecclesiale.
- Chiarifica che il titolo ‘Madonna di Trevignano’ non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato (lo stesso vale per il titolo ‘Regina della collina di Trevignano’ che viene ripetuto durante i misteri alla recita del rosario ndr);
- Avverte i fedeli, che hanno un obbligo disciplinare e spirituale, di astenersi dall’organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (sia di preghiera che di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità soprannaturale degli eventi di Trevignano Romano o che abbiano come intenzione quella di fare pressione sul vescovo per modificare le decisioni prese.
I criteri della Chiesa cattolica per giudicare apparizioni e rivelazioni
Per arrivare al verdetto di “Costat de non supernaturalitate” sui fatti di Trevignano Romano la Commissione diocesana si è basata sulle “Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”. I criteri ‘positivi’ tengono in considerazione la certezza morale o almeno una grande probabilità dell’esistenza del fatto, acquisita attraverso un’indagine.
Circostanze particolari, come le qualità personali (equilibrio psichico, onestà, rettitudine di vita morale, sincerità e docilità abituale verso l’autorità ecclesiastica, una vita di fede); per quanto riguarda la rivelazione, una dottrina teologica e spirituale vera esente da errore, ossia i messaggi “rivelati” non devono entrare in contrasto con ciò che c’è scritto in Bibbia e Vangelo; i frutti che porta un evento (preghiere, conversioni, carità).
Per quanto riguarda i criteri negativi l’errore manifesto; errori dottrinali attribuibili a Dio, alla Madonna o ai santi; una ricerca evidente di lucro; atti gravemente immorali; malattie psichiche o tendenze psicopatiche del presunto mistico, psicosi, isteria collettiva.
Fonte : Fanpage