”Non siamo l’ufficio del libero mercato, siamo stati fraintesi”

Pubblichiamo di seguito, per diritto di replica, la risposta della società One Team, arrivata in redazione sei giorni dopo le nostre domande e tre giorni dopo la pubblicazione della nostra inchiesta, nella quale abbiamo raccontato e documentato – vale la pena ricordarlo – esattamente quanto è accaduto (Cesare Treccarichi).

Da una ricostruzione più attenta su quanto accaduto, è emerso che il lettore, a cui si fa riferimento nel citato articolo, ha avviato una conversazione con l’agente durante la quale si afferma che l’Agenzia preposta è la “One Team”, con ciò dando piena trasparenza alla Società per cui si chiamava nella quale si rendeva piena disponibilità ad essere ricontattati per qualsiasi necessità o problematica fosse insorta nell’eventuale fase post vendita: quindi l’affermazione riportata nello screenshot pubblicato ove viene riferito che trattavasi di un “ufficio del libero mercato” è stata mal interpretata.

Veniva altresì precisato che l’Agenzia, essendo plurimandataria, operava con vari fornitori. Non risulta veritiera altresì l’affermazione secondo cui quando il lettore chiedeva di poter visionare i dettagli dell’offerta gli veniva riferito che non era possibile farlo: l’operatrice precisava infatti che per poter ricevere una proposta che sia confacente alle esigenze dell’utente, dopo aver acquisito i relativi dati dell’utente è la Società fornitrice ad inviare una proposta scritta: trattasi pertanto di sola proposta e non di un contratto, come invece vorrebbe darsi ad intendere.

Veniva infatti subito dopo precisato dall’agente che per poter “contrattualizzare” un nuovo cliente, era necessario fornire l’email del lettore  la quale, dopo aver proceduto al caricamento dei relativi dati,  li avrebbe inoltrati al fornitore la quale a sua volta, avrebbe poi proceduto alla chiamata (c.d. quality call) per il prosieguo della pratica. È quindi assolutamente falsa l’affermazione riportata nel citato articolo secondo cui al lettore gli veniva risposto che per email egli avrebbe ricevuto non una proposta ma il contratto vero e proprio, anche e soprattutto perché la stessa (affermazione) non è stata provata.

Preliminarmente andrà riferito che il dott. Cesare Treccarichi ha di sua iniziativa contattato su Whatsup uno dei collaboratori della “One Team”, affermando di aver ricevuto il numero da un suo amico, sapendo che venivano proposte “offerte luce convenienti”. Quindi è necessario rimarcarlo da subito, è stato lo stesso giornalista a chiamare e quindi a richiedere un contratto con altro fornitore, cosa ben diversa da quanto accaduto nel caso del lettore.

Ripresa la conversazione su Whatsup, è il giornalista a chiedere di voler utilizzare altro fornitore, precisando che era interessato a “contrattualizzare” solo con quest’ultima Società. Sempre dopo aver ricevuto ulteriore consenso, l’operatrice chiede il documento di riconoscimento del dott. Treccarichi che invia la sua carta di identità e chiede come mai vi fossero rallentamenti nel caricamento dei documenti e quanti giorni avrebbe dovuto attendere per l’avvio della fornitura.

Quindi lo ribadiamo, nel caso del giornalista che è subentrato al lettore, è stato lui stesso a richiedere esplicitamente di voler sottoscrivere un contratto con altro fornitore, ragion per cui è stata correttamente inviata l’email di conferma all’indirizzo fornito dal dott. Treccarichi in cui gli viene chiesto di confermare il contratto sottoscritto durante la chiamata con l’operatrice.

Ad ogni buon conto occorre precisare che il contratto predisposto con il citato giornalista, è stato comunque annullato dalla stessa Agenza che si è occupata di eseguire le opportune verifiche: sotto questo profilo è bene rimarcare che la “One Team”, come le altre società concorrenti vengono remunerate a) quando i contratti vengono effettivamente attivati b) quando i clienti non abbiano comunque proposto il proprio diritto di ripensamento riconosciuto dalla norma di settore. A fronte di questa doverosa premessa veniamo al merito dell’articolo, oggetto della presente missiva.

è chiaro ed evidente che nessun tentativo di contattare il cliente è provenuto dalla “One Team” ma è stata l’operatrice a ricevere i messaggi succitati proprio da parte del Vs. giornalista, il dott. Treccarichi, che richiedeva un nuovo contratto di fornitura  a condizione che fosse con “suo” fornitore di preferenza. Di tal che è evidente che nessun raggiro e nessun tentativo “subdolo” di indurre il cliente a risparmiare sulla bolletta può essere ricondotto alla “One Team”.

Dovrà invece sottolinearsi che le intestazioni dell’articolo de quo, nelle quali si legge che “Ho risposto all’ufficio del mercato libero e mi sono trovato un contratto della luce a mia insaputa” nonché il successivo“ per i motivi succitati, sono assolutamente diffamatorie nei confronti della Società mia cliente. 

Vieppiù che nella parte finale dell’articolo: si accusa la “One Team” di aver riportato utili da 8 mila euro (2020) a quasi 400 mila euro (2022) come ad intendere che detti risultati siano stati raggiunti mediante raggiri rivolti alla clientela; si riporta un annuncio di lavoro, inserito on line dalla “One Team”, come se lo stesso sia contra jus o comunque in qualche modo collegabile ai fatti denunciati nel ripetuto articolo.

Si conclude infine, per ulteriore chiarimento difensivo, che il dott. Treccarichi in data 28.02.2024 inviava formale PEC al “back office” della One Team all. 4) nella quale si riferiva che era occupato nella lavorazione di un’inchiesta, su segnalazione di suo un lettore, concernente “le attivazioni dei contratti per la fornitura di energia elettrica”. Nella stessa missiva riportava che “per la delicatezza dell’argomento”, avrebbe atteso una loro risposta via email. Ebbene, senza lasciare un tempo congruo per fornire alla Società mia cliente la possibilità di poter verificare i fatti e quindi senza attendere una legittima replica, il citato giornalista procedeva in data 2.03.2024 alla pubblicazione dell’articolo.

Ciò premesso Vi diffido alla immediata rimozione dell’articolo in oggetto ed alla relativa smentita di quanto in esso erroneamente riportato sul sito web del giornale telematico Today.it e su altri eventuali siti e/o profili Facebook o altri mezzi mediatici utilizzati.

Avv. Eugenio Galluppi

 

Fonte : Today