Oro, perché il valore continua a salire

Nuovo record per l’oro. La corsa che il valore del metallo ha intrapreso ormai da inizio febbraio non sembra volersi arrestare, tanto da aver toccato il 5 marzo la quota record di 2-145,40 dollari l’oncia, nuovo massimo storico. Il precedente, come ricorda Il Sole 24 Ore, era stato registrato il 4 dicembre 2023 (2.135 dollari).

Questa risalita, pari a 100 dollari l’oncia solo nei primi cinque giorni di marzo, trova le proprie radici in diversi fattori. Un ruolo importante lo giocano per esempio le tensioni geopolitiche, che spingono gli investitori a rintanarsi nei cosiddetti beni rifugio. Contribuiscono poi anche fattori prettamente speculativi, segnali di mercato che spingono i fondi a rafforzare le tendenze del mercato.

Quando la quotazione dell’oro cresce rapidamente come ha fatto nel periodo analizzato, alla base c’è però quasi sempre soprattutto l’allentamento delle politiche monetarie, soprattutto da parte della Federal Reserve (Fed). Il 6 e il 7 marzo il presidente Jerome Powell è atteso dalle audizioni al congresso Usa e potrebbe indicare in giugno il mese d’inizio di una graduale riduzione dei tassi d’interesse. Qualche notizia sulle scelte della Bce, dalla quale non è attesa la stessa mossa così presto, potrebbe inoltre arrivare dal meeting del 7 marzo.

Nonostante non vi siano certezze né sul fronte statunitense, né su quello europeo, gli investitori sembrano essersi comunque già resi protagonisti di un riposizionamento, come dimostra anche l’exploit del bitcoin, dovuto soprattutto al sostegno degli etf. I flussi di questi ultimi, per quanto riguarda l’oro, non sono invece ancora ripresi.

La domanda del metallo non ha invece perso dal punto di vista degli acquisti da parte delle banche centrali. Il World Gold Council, associazione industriale delle principali aziende minerarie aurifere, ha registrato un aumento delle riserve auree anche a gennaio, per l’ottavo mese di fila, dopo aver effettuato acquisti netti per 39 tonnellate. Più del doppio rispetto alle 17 tonnellate che a dicembre avevano visto capofila Turchia, Cina e India. E anche la Russia ha annunciato di voler acquistare un miliardo di dollari in valute straniere e lingotti tra il 7 marzo e il 4 aprile.

Fonte : Wired