Ci sono voluti oltre dieci anni di complessi negoziati, ma finalmente è comparsa la luce in fondo al tunnel: il cielo unico europeo sarà presto una realtà e, almeno nelle intenzioni di Bruxelles, permetterà ai cittadini di viaggiare con più facilità e alle linee aeree di operare con maggiore chiarezza.
L’accordo provvisorio raggiunto questa notte (mercoledì 6 marzo) da Parlamento e Consiglio Ue rappresenta quindi un ulteriore passo in avanti verso una dimensione dell’aviazione che sia più europea e meno rigidamente nazionale, e prevede tra le altre cose una serie di norme per ottimizzare la gestione del traffico aereo, incluse delle misure per limitare i ritardi dei voli e abbattere le emissioni carboniche.
Nelle parole del relatore del provvedimento, l’eurodeputato dei Popolari romeni Marian-Jean Marinescu, “l’accordo di oggi rappresenta un cambiamento verso l’efficienza e la sostenibilità nella gestione del traffico aereo. L’attuale architettura nazionalistica dello spazio aereo ostacola il progresso, portando a voli più lunghi, a un aumento delle emissioni e a costi inutili. È giunto il momento di dare finalmente la priorità all’efficienza rispetto al nazionalismo, per aprire la strada a viaggi aerei più sicuri, economici e rispettosi dell’ambiente”.
Le nuove regole introducono piani di prestazione per i servizi di navigazione aerea, con obiettivi vincolanti e un sistema di incentivi per rendere i voli più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Per coadiuvare la Commissione e le autorità nazionali di vigilanza nel processo di valutazione del rispetto dei criteri definiti dalla riforma, inoltre, verrà istituito un comitato consultivo indipendente (Prb nell’acronimo inglese), che sarà finanziato dal bilancio comunitario.
Accanto agli altri obiettivi di prestazione, ad esempio quelli in materia di capacità ed efficienza, ne verranno introdotti anche alcuni relativi specificamente alle emissioni di CO2. Ogni tre anni ci sarà una revisione delle prestazioni in base a questi criteri, mentre le compagnie aeree e gli operatori privati saranno incoraggiati a rivedere la gestione delle proprie rotte per renderle più efficienti dal punto di vista dell’uso del carburante, nonché a considerare tecnologie di propulsione alternative e più pulite.
Con le nuove norme, gli operatori del mercato dell’aviazione potranno anche acquistare altri servizi connessi con la navigazione aerea (quali servizi di comunicazione, di previsione meteorologica, di informazione aeronautica e simili) a prezzi concorrenziali. Infine, i provvedimenti includono anche delle norme per disciplinare il settore dei droni, che si è sviluppato negli ultimi anni.
La Commissione aveva proposto di rivedere le regole del cielo unico europeo (introdotte per la prima volta nel 1999 e aggiornate nel 2009) già nel 2013, ma il dossier è rimasto incagliato al Consiglio fino alla Brexit, quando si è arenato definitivamente. Nel 2020 Bruxelles ha quindi aggiornato la sua proposta, e i negoziati sono ripresi l’anno successivo portando all’accordo provvisorio attuale (un pacchetto legislativo che prevede la rifusione del regolamento sul cielo unico e la revisione dello statuto dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea), che dovrà essere approvato in maniera definitiva dai co-legislatori comunitari.
Continua a leggere su Europa Today.
Fonte : Today