“Di te non troveranno neanche un capello, ti faccio fare la fine di Roberta Ragusa”, diceva alla moglie che lo voleva lasciare. E alle figlie che prendevano le difese della madre diceva: “Se le donne vengono ammazzate è perché se lo meritano“. Nel frattempo continuava ad aggredire la moglie, urlandole contro e prendendola a botte. Qualche giorno fa, dopo l’ennesima violenza, la donna è stata costretta a recarsi in pronto soccorso. E lo ha denunciato.
È così che il giudice ha disposto il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento alla casa familiare, alla moglie e alle figlie minorenni nei confronti di un uomo di 39 anni, indagato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, oggi atteso davanti al magistrato.
Cosa è successo
Da tempo diceva che lo avrebbe lasciato. Così nei giorni scorsi l’uomo, un trentanovenne di Veroli, nel frusinate, si è fatto trovare in casa con una corda in mano. “Se esci dal portone e te ne vai a denunciarmi ti faccio fare la fine di Roberta Ragusa. Di te non faccio trovare neanche un capello“, le ha detto, come riporta l’edizione locale de il Messaggero.
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Ogni giorno la minacciava di morte e la picchiava, anche davanti ai figli piccoli, di 13 e 6 anni. La prendeva a calci e pugni e i bambini provavano a difenderla. “Se le donne vengono uccise, è perché se lo meritano“, diceva loro offendendoli. Quando non era in casa capitava che la chiamasse per dirle che, al rientro, l’avrebbe massacrata. La costringeva a subire violenze sessuali. “Io riuscirò a trovarti ovunque tu vada se provi a denunciarmi”, le diceva.
L’ultima aggressione e la denuncia
Dopo l’ultimo episodio di violenza, la donna è finita in ospedale dove ha raccontato quanto era costretta a subire. E, come previsto dal codice rosso, sono scattati gli accertamenti da parte degli inquirenti. Così è stato disposto il divieto di avvicinamento alla casa, alla moglie e ai figli e l’applicazione del braccialetto elettronico.
Fonte : Fanpage