L’accordo fa parte di un accordo quadro firmato nel 2022 per la fornitura di 672 obici K9 e 288 lanciarazzi multipli Chunmoo a Varsavia. Quell’accordo, del valore di 22 miliardi di dollari, è stato il più grande mai firmato da un’azienda sudcoreana del settore della difesa. Non si tratta di una sorpresa: l’Europa orientale è alla strenua ricerca di sistemi di difesa dopo l’invasione russa. Ma le aziende sudcoreane arrivano anche altrove, compreso il Medio Oriente. LIG Nex1 esporterà missili terra-aria a medio raggio all’Arabia Saudita, nell’ambito di un accordo del valore di 3,2 miliardi di dollari annunciato a inizio febbraio.
Le triangolazioni con Varsavia e Washington
Ma sono tanti altri i Paesi interessati alle armi e ai sistemi di difesa sudcoreani, visto che un po’ tutti sono alla ricerca di fornitori alternativi agli Stati Uniti (già molto impegnati con il sostegno diretto all’Ucraina), ma anche alla Russia. In particolare India e Vietnam si guardano attorno dopo che la stessa Mosca ha rallentato le esportazioni militari per evidenti motivi bellici. Tra le destinazioni privilegiate da quando è iniziata la guerra in Ucraina, a parte Polonia e Usa, ci sono Estonia, Finlandia, Australia, Egitto.
Un altro elemento fondamentale è l’interoperabilità degli equipaggiamenti sudcoreani con gli standard della Nato, sviluppata dopo decenni di alleanza militare tra Seul e Washington, che sul territorio sudcoreano mantiene peraltro circa 29 mila soldati. Dall’inizio della guerra, peraltro, la Corea del Sud è finita sotto pressione (da parte degli Usa ma soprattutto della Nato) per inviare direttamente armi all’Ucraina. Cosa che sin qui il governo sudcoreano ha evitato, anche perché la legge nazionale vieta l’invio di aiuti militari a Paesi coinvolti in conflitti.
La sensazione diffusa è che comunque delle armi sudcoreane siano arrivate in Ucraina in modo indiretto. Passando cioè prima per Paesi terzi. Lo scorso febbraio, una fuga di documenti riservati del Pentagono (poi smentita) mostrava la preoccupazione di alti funzionari dell’amministrazione Yoon per le pressioni di Washington sulle armi. Nello stesso periodo un funzionario anonimo aveva ammesso alla Reuters che la Corea del Sud era di fatto cosciente di aver venduto armi finite poi a Kiev. Il riferimento sembrava essere in particolare a due operazioni: l’acquisto di mille carri armati, 600 obici e altre attrezzature da parte della Polonia. Nonché la vendita di circa centomila proiettili di artiglieria da 155 millimetri agli Stati Uniti.
Due sfide: Putin ed elezioni
Ipotesi sempre smentite da Seul, che ufficialmente continua a mantenere una posizione piuttosto cauta per evitare di provocare la Russia. Nel primo anno della guerra in Ucraina, la Corea del Sud ha fornito all’Ucraina aiuti per circa 100 milioni di dollari, tra cui generatori e attrezzature mediche. Ma Seul si è rifiutata di fornire articoli militari come armi anticarro e antiaeree, nonostante le richieste dirette del presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante i discorsi all’Assemblea nazionale sudcoreana.
L’avvicinamento senza precedenti tra Corea del Nord e Russia potrebbe però attenuare le resistenze di Seul a un sostegno più esplicito. A settembre Kim è stato nell’Estremo Oriente russo per incontrare Vladimir Putin. Ci sarebbe stato un accordo per forniture militari e missilistiche da parte di Pyongyang in cambio di assistenza tecnologica sul programma satellitare nordcoreano. Nelle scorse settimane i media di regime hanno annunciato la prossima visita a Pyongyang dello stesso Putin, segnale che a Seul (e non solo) temono molto.
Nel frattempo, comunque, l’industria della difesa continua ad andare a caccia di nuovi acquirenti internazionali. Anche se all’orizzonte si intravede qualche incognita. La maggioranza conservatrice sta cercando di far approvare un disegno di legge per aumentare l’entità dei prestiti che la Export-Import Bank of Korea potrebbe erogare per finanziare le esportazioni. Ma l’opposizione democratica frena. E ad aprile ci sono le elezioni legislative, che potrebbero rallentare tutto oltre che consegnare una maggioranza consistente ai rivali del presidente Yoon. Togliendo un po’ di patina alla terza “K”.
Fonte : Wired