Slab City è una comunità alternativa fatta di persone che, oltre non voler pagare le tasse, non credono più nel sogno americano. Si trova nel deserto della California. In origine metà di artisti e hippie, oggi è popolata di senzatetto ed emarginati che preferiscono non essere giudicati e guardati dall’alto in basso nelle grandi città. Il documentarista turco Ruhi Çenet ha trascorso 48 ore in questa pseudo-città senza leggi, elettricità e acqua corrente.
Situata nel bel mezzo del deserto della California, Slab City è conosciuta come l’ultima comunità libera del mondo: qui non ci sono elettricità, acqua corrente o strade con un nome. Ma soprattutto non ci sono leggi. Nonostante geograficamente si trovi in uno degli Stati più ricchi degli USA, Slab City è associata quasi sempre alla povertà e alla sofferenza.
Nata negli anni Cinquanta, dove prima sorgeva una base militare, oggi appare come un luogo di estrema miseria che nel corso degli anni ha attirato senzatetto e avventurieri ma anche artisti e pensionati, oltre a persone che hanno smesso di sperare in un futuro positivo o semplicemente emarginati. Il documentarista turco Ruhi Çenet ha provato a capire come si vive per 48 ore in The Slubs: “Caos e problemi sono sempre presenti in questo posto abbandonato dallo Stato”.
Come è nata Slab City
La storia di Slab City comincia dunque dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale con la fondazione di Camp Dunlap, una base militare smantellata nel 1956. Slab City prende il nome da ciò che resta di quel campo. Le lastre di cemento sparse per il suo terreno, gli avanzi di Camp Dunlap, sono diventati appunto Slab City (Slab significa infatti ‘lastra’ in inglese).
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La comunità è riuscita a raggiungere l’apice della sua notorietà negli anni Ottanta diventando meta prediletta di pensionati, hippie, artisti e persone che desideravano vivere lontane dalle grandi metropoli (come Los Angeles o San Francisco) desiderosi di respirare l’atmosfera anarchica e il senso di libertarismo di The Slabs.
Nel corso degli anni ha poi cominciato a popolarsi di emarginati e reietti. Ma anche di persone pericolose. “Una volta si viveva in pace, tutti erano gentili gli uni con gli altri. Una cosa che ha distrutto questa comunità è la droga” racconta David allo YouTuber. Lui è uno dei residenti più ‘agiati’: ha pannelli solari, un camper, un cortile e un caminetto.
La città senza regole
“In questo momento mi trovo in una situazione orribile della mia vita, ho attraversato un grave stato di depressione” racconta allo YouTuber Zachary, un altro dei residenti di Slub City. All’uomo è stata prima bruciata la casa mobile dove viveva, poi danneggiato il furgone appena acquistato: “Mi hanno rotto il fanale posteriore, bruciato i sedili e bucato alcuni pneumatici. Ci sono persone malate di mente qua, questo non mi piace” spiega Zachary che ha pure denunciato la scomparsa del gatto. “Sono stato un senzatetto per 20 anni, Slub City mi permette di mantenere una certa stabilità” ammette l’uomo.
In assenza di una regolamentazione edilizia a Slub City ai residenti viene data implicitamente la possibilità di costruire ‘case’. Si tratta in realtà di baracche e ruderi al limite della vivibilità. Qui non esiste un sistema fognario, la spazzatura non viene raccolta, non ci sono servizi pubblici, non esiste un dipartimento di polizia e la posta non viene consegnata. Nessuno ha un’occupazione fissa e ognuna si guadagna il pane quotidiano come può. “Vendo i ‘miei sali” racconta Zachary. “Sai raschiando il mio corpo d’estate, raccolgo il mio sudore. Poi eliminandolo restano il testosterone e il sale” spiega.
Ma nella maggior parte dei casi, si commettono furti.
Slab City, dal documentario
“Ci sono persone che se ne vanno in giro a parlare da soli e gridare contro amici immaginari. Noi li chiamiamo Tweakers, alcuni se ne vanno in giro tutto il giorno per cercare di capire cosa possono rubare di notte” dice David. Sono loro la ragione principale del pericolo a Slab City. “A Los Angeles ci sono molte persone che vivono in strada? Perché starsene lì quando potrebbero vivere qui senza essere guardati dall’alto in basso?” mette in evidenza l’uomo a Ruhi.
“Io ho una pistola, sono stato vittima di diversi crimini. Mi hanno lanciato molotov e cercato di bruciare la casa. La gente qui a Slab City dice: ‘Evita di chiamare la polizia perché se lo fai probabilmente finirai in prigione al posto del vero colpevole'” aggiunge David. Il motivo è semplice secondo l’uomo: “La polizia non ha interesse a trovare il vero colpevole e finiscono con l’arrestare qualcun altro”. È come se le autorità preferissero tenere confinate “queste persone e gli alcolisti” a Slab City.
Sebbene la legge dello Stato della California si applica tecnicamente anche a questa area, in realtà i crimini restano abitualmente insabbiati e rimangono impuniti. Gli abitanti di Slab City sono abituati ai problemi e raramente si rivolgono alla polizia, a meno che non siano in pericolo di vita. Tutti devono conoscere l’autodifesa per sopravvivere. A ben vedere a Slab City, i residenti non si aspettano nulla dallo Stato, non vogliono acqua ed elettricità così da mantenere lo status quo. “Se lo facessero, un mucchio di persone arriverebbe qui. Sarebbe troppo facile vivere qui e questo distruggere gli Slabs” dice ancora David.
Salvation Mountain e East Jesus, l’eccentrica arte del riciclo a Slab City
Uno dei residenti più celebri di Slab City è Leonard Knight, artista visionario, che ha vissuto qui per vent’anni fino alla morte e che costruito la Salvation Mountain (o Montagna dell’Amore), una delle principali attrazioni della Slabs: una montagna artificiale ricoperta di pittura e addobbata con simboli e versi della Bibbia, una sorta di simbolo di questo luogo.
Salvation Mountain, dal documentario
Dopo la sua scomparsa nel 2014, alcuni volontari hanno assunto la manutenzione della Montagna, che è considerato il fulcro religioso della comunità. A circa un chilometro da Salvation Mountain si trova invece East Jesus: creata da Charlie Russell che inizialmente arrivò nell’area per lavorare a fianco di Knight, ospita una varietà di installazioni artistiche sperimentali e sostenibili, prevalentemente sculture ma l’idea è anche quella di ospitare eventi dal vivo, performance artistiche, musica e fotografia.
Tra fango, materiali riciclati, auto bruciate, tv non funzionanti, copertoni, bambole senza gli arti o la testa, o semplici macerie, le installazioni di East Jesus sono un po’ lo specchio di questa comunità.
Le persone scelgono Slab City piuttosto che dormire su un pezzo di cartone in una grande città soprattutto per mancanza di denaro o perché non hanno un posto dove andare. Gli USA sono una delle dieci nazioni più ricche al mondo, ma almeno 600mila persone sono costrette a trascorrere la propria vita da senzatetto e il numero aumenta in maniera preoccupante. Slab City è una città alternativa fatta di persone che, oltre non voler pagare le tasse, non credono più nel sogno americano.
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Fonte : Fanpage