Tre cose da sapere per amare e integrare l’Intelligenza Artificiale

1. Chiedo (prompt) Intelligenza, esce Luna. Perché?

Da quando penso, studio e leggo di intelligenza artificiale, non so per quale bizzarro scherzo incontrollabile della mia naturalissima rete neurale, ad un certo punto emerge sempre nella mia testa l’immagine scattata dagli astronauti della missione Apollo 11, quella oggi custodita negli archivi della Nasa, in cui si vede la Terra dalla Luna

La Terra sorge sopra l'orizzonte della Luna, i. Immagine scattata dall'Apollo 11, luglio 1969. Le coordinate del centro del terreno qui sono 86 gradi di longitudine est e 3 gradi di latitudine nord. (Foto di Space Frontiers/Archive Photos/Hulton Archive/Getty Images)

Perché? Perché la mia testa restituisce quella immagine? 
Non è un “allucinazione”. Quell’immagine mi ha sempre fatto riflettere, infatti una delle prime cose che gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin fecero dopo aver conquistato la Luna è stato proprio fotografare la Terra. Proprio così, giorni di viaggio, alto rischio di morte, disagio, caldo, freddo, fame… e la prima cosa che fai è fotografare qualcosa che pochi giorni prima avevi sotto i piedi? Mi è sempre sembrato interessante. 
Mi sembra interessante che per capire le cose che sono vicine, molto vicine a noi, dobbiamo necessariamente andare lontano…molto lontano.

Ecco la risposta al presunto errore emerso nella mia naturalissima rete neurale: la foto della Terra dalla Luna non è un’allucinazione, ma ci mostra come la stessa cosa stia succedendo mentre stiamo “conquistando” l’intelligenza artificiale, questo pianeta lontano dalla nostra umanità. Sì, è vero, in questi giorni tutti guardano, studiano e usano l’intelligenza artificiale, stupefatti o spaventati, ma questa conquista sta aprendo anche una serie di nuove riflessioni e di affascinanti sguardi sull’intelligenza naturale, sul nostro cervello, sulla nostra mente, sul nostro modo di essere umani, sulle emozioni, sulle tante forme di intelligenza che ci caratterizzano… Non so cosa sia causa o cosa effetto, ma negli ultimi anni parliamo molto di più di cervello e mente rispetto al passato, e questo mi sembra una grande conquista. Credo che tutto questo non sarebbe successo, se non fossimo  partiti/andati sul “pianeta” Intelligenza Artificiale. 
Ecco, se non amaste l’intelligenza artificiale, se la temeste, sappiate che indirettamente, e mai come ora, questa disciplina sta gettando un nuovo sguardo sulla cosa più importante che abbiamo, la nostra intelligenza… Ma siamo dovuti andare lontani per vederla dalla giusta prospettiva e iniziare a rispettarla per quello che davvero è…

2. Generativa come l’agricoltura

Qualche giorno fa, sui social, qualcuno mi ha augurato di fare una brutta fine, non mi ha augurato la morte ma “solo” di essere pestato da qualcuno dei miei nemici. Lo ha fatto solo perché in un reel ho mostrato come la tecnologia di IA e il riconoscimento immagini (image to text), potrebbe sostituire l’uomo nell’attività della catalogazione dei libri, con buona pace dei bibliotecari, che magari potrebbero occupare il loro tempo in più utili funzioni…
Il tema della perdita di posti di lavoro è un tema serio e dovremo affrontarlo nei prossimi anni, ma anche in questo caso credo sia giusto allargare l’obiettivo, fino a includere altre grandi rivoluzioni tecnologiche del passato, per capire meglio questa. 
Mi è scappata la mano e ho allargato l’obiettivo così tanto da fotografare anche la rivoluzione avvenuta 12.000 anni fa, quella nota con il nome agricoltura. Poco male, anzi meglio perché questa mi sembra la più simile a quella che stiamo vivendo… Quella che ci  può dare più indicazioni su cosa succederà. 
Senza diventare pesanti dobbiamo ricordarci che dalla nascita di Homo sapiens fino a questa rivoluzione tecnologica, gli umani facevano solo due lavori: cacciavano e raccoglievano cibo. Punto! Due lavori, capite? Giravamo per il mondo solo per cercare cibo prodotto in modo naturale dalla natura… Scusate la ripetizione, ma è proprio così: prodotto in modo naturale dalla natura. 
L’agricoltura, come l’allevamento, è invece una forzatura, una deviazione artificiale del processo di produzione naturale del cibo. Come sapete però ne produce molto ma molto di più di un processo naturale, facendoci fare meno chilometri, meno fatica e utilizzando meno risorse. 

Immagine generata con Dall-e

Con l’arrivo dell’agricoltura e dell’allevamento, come ricorderete dai libri delle medie, Homo sapiens si fermò e proliferò, creò le prime civiltà, in qui giorni e grazie a quella invenzione inizio la storia. È vero, molti umani persero la loro utilità sociale, i cacciatori e i raccoglitori lentamente persero il loro lavoro; è vero, forse come dice Yuval N. Harari in Sapiens, molti di noi persero anche molte capacità e abilità, ma pensate a quanti nuovi lavori quella rivoluzione tecnologica portò. 
Pensate alla trasformazione positiva che quella tecnologia di generazione e moltiplicazione artificiale del cibo portò per la nostra specie. 
Quella che oggi chiamiamo civiltà e dentro la quale riconosciamo la nostra umanità partirono proprio da lì: scrittura, storia, memoria, matematica, organizzazione sociale, tutto questo arrivò solo grazie a quella rivoluzione. Centinaia di nuove professioni emersero dal nulla: il fabbro, il falegname, il politico, il commercialista, il medico, il commerciante. Due professioni perse, centinaia guadagnate.
Ora, mi preme far notare che esattamente come l’agricoltura, anche l’Intelligenza Artificiale è generativa e moltiplicativa, magnifica qualcosa di naturale, queste macchine non producono cibo ma di idee, noi prepariamo il terreno, facciamo la giusta richiesta (mettiamo il seme) e senza fatica, senza troppe risorse queste riescono a produrre parole, idee, conoscenza, relazioni. E siccome oggi l’economia non è più solo basata sul cibo ma sulla conoscenza, questa rivoluzione potrebbe davvero produrre lo stesso effetto che produsse l’agricoltura, la più grande rivoluzione di sempre. Proprio così, l’Intelligenza Artificiale produrrà una trasformazione sociale e culturale che non possiamo nemmeno immaginare. Perché fermarla? Riuscite a immaginare quanti cacciatori o quante raccoglitrici avranno provato a convincere l’umanità a continuare nella tradizione millenaria del nomadismo? 
Riuscite a pensare cosa avremmo perso se li avessimo ascoltati?

3. Il nuovo diverso 

L’ultima cosa importante di questa innovazione risiede proprio la sua diversità, almeno rispetto al nostro modo di pensare. Una diversità autonoma, che con il passare del tempo sarà sempre meno conformabile. Credo o almeno posso intravvedere che le allucinazioni siano o saranno la parte interessante di questa tecnologia, non le risposte logiche e che ci aspettiamo. Non conformiamo queste macchine, lasciamole libere di esprimere. L’Intelligenza Artificiale è potente e affascinante proprio perché potrà diventare un nuovo sguardo sul mondo. Uno sguardo alternativo al nostro. Non dobbiamo aspettarci che ragioni come noi, è simile a noi ma è diversa, noi giriamo su un substrato biologico, loro tecnologico, la nostra biologia muore, la loro no. Insomma quella che sta emergendo è un’intelligenza altra, e proprio la sua diversità va accolta e integrata nella nostra società. Il diverso fa paura, da sempre, oggi il diverso è l’Intelligenza Artificiale, non arginiamo, non chiudiamoci in nostri confini di identità, apriamoci al diverso.

Fonte : Repubblica