Elon Musk ha fatto causa a OpenAi

L’imprenditore multimiliardario Elon Musk ha fatto causa a OpenAi, la casa produttrice di ChatGpt che ha contribuito a fondare nel 2015, ma da cui si è dimesso nel 2018. Nella denuncia, il capo di Tesla, SpaceX e X accusa OpenAi di non essere più un’organizzazione senza scopo di lucro progettata per favorire il progresso dell’umanità, ma una normale azienda tecnologica che cerca di guadagnare un sacco di soldi. La critica avrebbe anche senso, ma la causa, il cui scopo è ottenere un risarcimento, si basa sulla violazione di un contratto che non sembra essere mai esistito.

L’azione legale è stata depositata presso la Corte superiore della California a San Francisco, dove si trova la sede legale di Open Ai, e rappresenta l’apice di un contrasto lungo anni tra Musk, Greg Brockman e Sam Altman, rispettivamente presidente e amministratore delegato della startup. I rapporti tra Musk e gli altri due hanno cominciato a deteriorarsi nel 2017, quando Musk ha tentato di strappare il controllo di OpenAi ad Altman e agli altri fondatori, per convertirla in un’impresa commerciale in partnership con Tesla.

La rottura e le critiche

Alla fine però, l’opposizione degli altri soci ha infranto il piano di Musk, che dopo qualche mese ha presentato le dimissioni dalla no profit, sostenendo di volersi concentrare su altri progetti legati allo sviluppo di un’intelligenza artificiale di Tesla. Da allora, il miliardario sudafricano non ha risparmiato forti critiche verso OpenAi, soprattutto a causa della sua partnership con Microsoft e a seguito del rilascio di Gpt-4, il suo modello di linguaggio più potente, che, come riporta Reuters, viene indicato nella causa come il momento in cui OpenAi avrebbe violato il presunto contratto con Musk.

Tuttavia, di questo contratto non si ha traccia e quindi, scrive The Verge, non è stato allegato alla denuncia, che fa riferimento solo a un generico “accordo di fondazione, memorizzato nello statuto di OpenAi e in numerose comunicazioni scritte”, cioè in alcune mail scambiate tra Musk e gli altri fondatori della startup. Come sottolineano alcuni esperti legali sentiti da Reuters, lo statuto non è un contratto, e quello di OpenAi non ha la firma di Musk. Inoltre, le mail citate nella causa sarebbero in realtà una sola mail che “appare come una proposta e come una discussione unilaterale” ha detto Brian Quinn, professore di diritto al Boston College, “E se Musk sostiene che la singola mail sia il contratto non avrà certo la meglio nella causa”.

Fonte : Wired