Seoul, i vescovi sullo sciopero dei medici: ‘Il bene dei pazienti sia al primo posto’

L’appello del presidente della Conferenza episcopale mons. Ri Iong-hoon sullo scontro che da due settimane paralizza gli ospedali in Corea del Sud: “La santità della vita prevalga su ogni altro valore: si trovi un compromesso per non tenere i malati in ostaggio di un conflitto sociale”.

Seoul (AsiaNews) – Da due settimane ormai la Cortea del Sud è spaccata dal duro scontro tra i medici e il governo. Migliaia di dottori si sono dimessi contro la decisione di aumentare il numero degli studenti ammessi nelle facoltà di medicina. Anche questa mattina sono scesi in piazza in massa a Seoul, mentre il primo ministro Han Duck-soo ha minacciato la sospensione delle licenze per quanti continueranno a portare avanti questa protesta che sta paralizzando gli ospedali.

Sulla vicenda in questi giorni ha preso posizione anche la Chiesa cattolica coreana attraverso una nota diffusa dal presidente della Conferenza episcopale, il vescovo di Suwon mons. Mathias Ri Iong-hoon in cui si esprime preoccupazione per questa escalation di azioni estreme da entrambe le parti, che mettono a rischio la salute dei più fragili. “Poiché la società è composta da componenti diverse – riconoscono i vescovi coreani – ci possono essere diverse argomentazioni e voci, e questa diversità a volte porta al conflitto, che non è qualcosa da evitare, ma da risolvere attraverso la pazienza e il dialogo costanti”. Per questo occorre trovare con saggezza una soluzione “riunendo opinioni ragionevoli provenienti da diversi ambiti della vita per superare la confusione e le difficoltà che si stanno attualmente verificando nella nostra società”.

“L’attuale crisi medica – ricorda mons. Ri Iong-hoon – sta causando enormi dolori e sacrifici non solo al governo e al personale medico, ma anche ai pazienti negli ospedali, a quanti sono in disperata attesa di un intervento chirurgico, alle loro famiglie”. Una preoccupazione che non riguarda solo gli interventi più urgenti, ma anche tutti quei pazienti che “non stanno ricevendo un trattamento adeguato e si trovano ad affrontare condizioni di pericolo di vita”.

“La nostra società – continua il vescovo di Suwon – persegue una serie di valori, ma la santità della vita ha la precedenza su tutti. Sia lo Stato sia la professione medica esistono per proteggere i propri cittadini e per mantenere le loro vite al sicuro. Non dobbiamo mai mettere in pericolo la vita dei nostri pazienti o tenerli in ostaggio a causa di conflitti inevitabili. Il governo e la comunità medica devono trovare un compromesso attraverso un dialogo aperto che tenga conto della salute dei cittadini e dei pazienti”.

Il presidente della Conferenza episcopale coreana cita in proposito le parole della Bibbia: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita” (Proverbi 4,23). E conclude: “Chiediamo la grazia di Dio Onnipotente, perché il governo e la comunità medica siano in grado di superare l’impasse odierna concentrandosi sulla realizzazione dello scopo comune di proteggere e prendersi cura della salute e della vita della popolazione, osservando le aspettative e i desideri di tutte le persone, e nella concordia tornino ad adempiere pienamente alla loro missione e alle loro responsabilità”.

Fonte : Asia